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Acerrimo nemico della punteggiatura, l'autore si avventura in un tentativo di divulgazione della filosofia che evidenzia come unico merito l'averci provato. Pesantissima l'azione rivolta a rendere "leggera" la lettura, infarcita di battute che anzichè alleviarne la fatica la rendono quasi insormontabile. Le lepidezze che vorrebbero far sorridere sono in realtà irritanti ed oltretutto quantitativamente esuberanti in rapporto al reale contenuto informativo. Una cosa è rendere distensivo ciò che per sua natura è impegnativo, altra è massacrarlo con inutili e scialbe facezie.
Ho letto sia questo libro, che il precedente, "Le mutande di Kant". Mi sembra un'ottima idea creare dei profili dei grandi pensatori in maniera ironica e divertente, che comunque non manca di spunti per una riflessione seria. Sicuramente avvicina alla Filosofia, in quanto sfata il mito per cui essa è cosa noiosa e inutile. Invece l'autore dimostra quanto un pensiero filosofico possa essere fecondo per la nostra vita, anche per i problemi di ogni giorno, senza dare ricette pronte per tutti gli usi.
Non male, l'ironia non è eccessivamente forzata, la trattazione del soggetto non - come potrebbe apparire dalla titolazione non ortodossa - manca di spunti piuttosto interessanti. Tuttavia alcune semplficazione eccessivamente legate al senso comune (e probabilmente al target di riferimento) mi impediscono di dare il 5/5
Recensioni
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Pensate che la filosofia sia una materia noiosa e difficile? Probabilmente non avete mai letto i libri di Zap Mangusta. Dopo il successo di Le mutande di Kant e i I calzini di Hegel, l'infaticabile autore torna con una nuovo saggio capace di rendere comprensibili e divertenti anche argomenti spesso considerati inavvicinabili. In fondo che cos'è la filosofia? In poche parole è qualcosa che serve a capire la vita, spiega Zap Mangusta. Se dunque volete sapere chi siamo, perché siamo qui e dove andiamo, queste pagine irriverenti e piene di ironia vi aiuteranno a darvi una risposta o per lo meno a porvi delle domande.
Il volume è articolato in capitoli dedicati alle varie correnti filosofiche contemporanee e ai maggiori filosofi, dagli "Evoluti" (Darwin e Spencer) fino ai "Falsificazionisti" (Popper), passando per gli "Psichici" (Freud e Jung), i "Vitalisti" (Bergson), i "Francoforzuti" (Horkheimer, Adorno, Marcuse) e molti altri. Di ogni grande pensatore Zap Mangusta ci regala un ricco e ironico profilo articolato in paragrafi, che illustrano la biografia, il pensiero, le opere scelte, la fortuna, il giudizio complessivo sul personaggio ma non solo. Appositi paragrafi riportano alcuni film e una scaletta mirata di brani musicali, utili per arricchire la comprensione emotiva di ogni filosofo, mentre un "test attitudinale" invita a scoprire il valore del suo insegnamento negli avvenimenti e nelle esperienze quotidiane. Grazie alla particolare struttura per paragrafi, il volume si presta sia a una tradizionale lettura lineare sia a una consultazione per argomenti, che permetta di saltare da un capitolo all'altro. Inoltre, per renderlo uno strumento più "attivo", l'autore ha infarcito la sua trattazione di considerazioni curiose e ha messo in rilievo alcuni aspetti paradossali delle vicende dei personaggi. Certamente in nessun altro libro di filosofia troverete pagine ugualmente attendibili e divertenti, come quelle che Zap Mangusta riserva al pensiero di Sigmund Freud, soprannominato Mr. Libido, alle prese con i concetti di inconscio, super ego, tabù, pulsioni primarie, o quelle dedicate a Karl Raymund Popper, altrimenti detto Flipper, il Kant del XX secolo, un pensatore poliedrico che affronta la vita con leggerezza, come se fosse un gioco.
Ben sapendo che parlare di filosofia in modo freddo e dottorale non significa trattare meglio l'argomento, Zap Mangusta opta per un saggio appassionante che trae dall'ironia una marcia in più, ma che è anche frutto di un'approfondita ricerca e riserva grande attenzione ai contenuti. Il suo è libro rivolto a tutti, soprattutto a "quelli che non hanno le idee chiare. E che pertanto non hanno ancora capito a che accidenti servono i filosofi".
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