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Anno edizione: 2005
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Di questo libro innanzitutto non apprezzo il titolo, che è una copia di "Bruciata viva. Vittima della legge degli uomini". Capisco che lo si voglia inserire nel filone dei libri di denuncia delle donne islamiche, ma così si sfiora il plagio. Ad ogni modo, l'ho trovato scritto in modo troppo semplice, quasi infantile. Sembrerebbe una storia di prigionia e riscatto, ma in pratica è il racconto di una famiglia disfunzionale oppressa da violenza e credenze religiose, che potrebbe essere interessante, ma che ho trovato spesso molto banale.
Libro crudo che racconta la dura realtà di certe religioni. Fa molto riflettere sulla condizione della donna. Scrittura scorrevole molto piacevole la lettura.
Leila è una ragazza di origine marocchina, nata e residente in Francia. La sua è una famiglia tradizionalista: la parola di suo padre è legge, la madre è succube volontaria. Lei ha però un carattere ribelle e aggressivo: x indispettirlo gli disobbedisce, fuma, mente, fugge da casa. Quando lui le impone un matrimonio combinato, picchiandola, si piega alla sua volontà, ma detesta il marito e soprattutto la suocera, cerca in ogni modo di provocare Mussa x indurlo ad allontanarsi. Unica gioia, la nascita del figlio Ryad. La vicenda è abbastanza banale, con un padre dispotico che s'impone x il presunto bene della figlia, e un uomo che si sposa solo x avere il diritto alla cittadinanza europea. Leila sogna la libertà delle compagne di scuola francesi, ma è legata alle tradizioni marocchine: odia l'importanza attribuita all'onore della famiglia e alla verginità, ma respinge con violenza anche la più innocente proposta di un ragazzo. Detesta le imposizioni del padre e la remissività della madre, ma non è capace di staccarsi da loro; vorrebbe che qualcuno la aiutasse, ma rifiuta di parlare dei suoi problemi. Lei stessa è aggressiva e violenta col marito, fino a minacciarlo con un coltello; esaspera Mussa x indurlo a picchiarla, al fine di ottenere il divorzio. Al di fuori dell'ambiente islamico, i suoi problemi familiari sono banali, e comuni a molte donne anche in Europa: un marito fannullone e opportunista, una suocera invadente, dispute sul lavoro, la casa, le faccende domestiche. Leila è una persona contraddittoria e immatura con problemi caratteriali e depressivi, infantile nei dispetti al padre, al marito, alla suocera; dice di desiderare amore, ma è incapace di manifestarlo; cerca di scaricare ogni responsabilità sugli altri anziché guardare in se stessa. Lo stile colloquiale è piacevole, ma la storia è banale; forse la cosa più interessante è la descrizione delle tradizioni matrimoniali marocchine.
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