Il codice del Quattro

La trama sarebbe anche interessante, ma tutta la vicenda è narrata in modo lento, poco fluido e direi anche confusionario. Ci sono forse troppi passaggi sia sulla psicologia dei protagonisti che nei riferimenti storico/librari per essere un thriller, a mio parere si richia di perdersi un pò troppo nella lettura.

Innanzitutto, mettiamo una cosa in chiaro. Un libro che per farsi pubblicità deve ricorrere al misero espediente di mettersi al fianco (in maniera del tutto arbitraria e pretenziosa) negli "strilli" di quarta di copertina ad altre opere di maggior successo - e, ahimè, di altri autori - e decantare le proprie qualità vantando presunte similitudini (nel nostro caso, con "Il Codice Da Vinci" e "Il nome della rosa") per quanto mi riguarda è già bruciato in partenza. Ma, mi si dirà, "Don't judge a book by its cover", e allora voltiamola, questa copertina. Dove, voltandola, si scopre un "thriller" lento a decollare e pochissimo avvincente , noioso e disorganico nel complesso, pieno di descrizioni che sembrano messe lì per riempitivo e rendono la lettura tutt'altro che scorrevole. E chi proprio volesse tuffarsi nei misteri dell' Hypnerotomachia Poliphili, può trovare abbondanti fascinazioni e maggiori approfondimenti scandagliando il web piuttosto che ricorrendo ad un'opera costruita per un palato tipicamente americano, che trova "pittoresco" e va a nozze con tutto ciò che suona esoterico e medievale, ovvero riferito ad un'epoca in cui, per dirla con Gus nel film 'Il mio grosso grasso matrimonio greco': “When my people were developing philosophy, your people were still swinging from trees.” [Segue PARTE 2]

Ma la mazzata finale all'opera, e qui penso al pubblico nostrano, sta nella vergognosa traduzione italiana. Mi diletto, per hobby, di traduzione, ed essendomi capitata per le mani l'edizione in lingua originale, mi sono divertito a fare un poco di verifica "testo a fronte" per capire se ed in che misura l'opera originale fosse più godibile. E qui ne sono saltate fuori delle belle... Non so se per direttiva dell'editore italiano (magari preoccupato per il dilungarsi eccessivo di certi passaggi) o per scelta arbitraria del traduttore, fatto sta che il libro è stato potato come un olivo a Pasqua, da cima a fondo, trasformando la descrizione minuziosa e particolareggiata di certe scene (forse anche troppo particolareggiata, ma comunque con il proprio colore, le fini sfumature e soprattutto il senso) in frasi tagliate con l'accetta, piatte e inespressive al limite del luogo comune, quando non palesemente errate per fraintendimento del testo originale. E avendo spazio sufficiente potrei portare decine e decine di esempi. Addirittura in moltissime pagine sono stati amputati interi periodi: non condensati, ma omessi tout-court, scavalcando a piè pari l'autore profanandone lo stile e decidendo al posto suo quali parti dichiarare superflue, rischiando così di destabilizzare la comprensibilità e la logica della narrazione. Una traduzione sciatta ed irrispettosa del testo originale, sensazione che già aleggiava nel testo tradotto ma che diventa eclatante accostandovi il testo originale. Ma, mi chiedo, gli autori verificano la qualità della traduzione delle proprie opere? In questo caso, sembrerebbe proprio di no.