La guardia del cuore

Dopo essere rimasta piacevolmente stupita dalla lettura di "Bonjour tristesse", ho deciso di intraprendere la lettura de "La guardia del cuore" con grandi aspettative. Tuttavia, mi trovo d’accordo con quanto si legge nella nota della seconda di copertina: “Nelle mani di una Patricia Highsmith o di una Daphne Du Maurier, il soggetto di questo romanzo sarebbe diventato una storia di angoscia trasudante da ogni gesto quotidiano, o di fosca tragedia”, e, mi permetto di aggiungere, probabilmente la lettura sarebbe stata più appassionante. Invece l’impressione che questo breve romanzo mi ha dato è quella di uno studio freddo su una situazione in cui all’amore patologicamente deviato del giovane protagonista si contrappone la debole e inconsistente reazione della ormai matura protagonista, più propensa a indugiare, con un certo narcisismo, nella contemplazione degli effetti che il suo essere ancora piacente provoca negli uomini, invece di attivarsi in qualche modo per porre fine alla serie di omicidi che ruotano attorno a lei. Le contraddizioni e l’illogicità nella condotta della donna sono tali che più volte ho pensato fosse lei la vera “pazza” della storia! In conclusione, devo dire che mi ha deluso fortemente.

Ho letto il libro nella lingua originale, e lo ho trovato divertentissimo. Sinceramente non so dire se la traduzione rispecchia l'umorismo dell'autrice... mi auguro di sì. Se volete un romanzo leggero e spiritoso, ve lo consiglio!