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La strada per Itaca - Ben Pastor - copertina
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strada per Itaca

Descrizione


Martin Bora, l'investigatore di casi delicati per i servizi segreti della Wehrmacht, si trova a Mosca. Mancano settimane all'attacco di Hitler alla Russia di Stalin, e l'ufficiale è aggregato al corpo diplomatico della capitale sovietica immersa ancora nel clima del patto Ribbentrop-Molotov. In questa veste, gli arriva una strana richiesta da parte del diabolico Beria: recarsi a Creta, appena presa dai tedeschi, per procurare al raccapricciante capo dello spionaggio sovietico sessanta bottiglie di un pregiatissimo vino cretese. Invece, giunto nell'isola piena ancora dei segni di un bagno di sangue, l'ufficiale-detective è posto di fronte a un compito ben diverso. Una famiglia di civili è stata massacrata nella sua villa, a quanto pare da una pattuglia di paracadutisti tedeschi. I servizi vogliono vederci chiaro, non solo per scagionare i soldati accusati di crimini di guerra e impedire un incidente diplomatico, ma anche per prevenire l'intervento della Croce Rossa e tenere lontane le SS di Himmler, interessate alla strage. Infatti, la vittima principale è un residente svizzero, esperto di antichità e storia della razza ariana e membro dell'Ahnenerbe, la società fondata da Himmler per studiare il passato mitico della razza ariana e sovrintendere a tutte le ricerche ancestrali e archeologiche. L'imbarazzo è grande, ed enorme il mistero. Per scioglierlo, Bora dovrà farsi carico di un'indagine che lo porterà a muoversi lungo piste divergenti...
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Dettagli

2014
23 ottobre 2014
493 p., Brossura
9788838932571

Valutazioni e recensioni

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Irene
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Il personaggio di Martin Bora è veramente azzeccato: un ufficiale tedesco pieno di umanità e dubbi che si muove sullo sfondo dell'ascesa del Nazismo e della Seconda Guerra mondiale. L'autrice lo ha ben delineato e lo ha reso indimenticabile; la cornice storica nella quale si muove il nostro (amato) personaggio è sempre ben documentata. Eppure anche la trama è sempre avvincente e mai scontata e soddisfa gli amanti del giallo più esigenti... Seguo con ordine le vicende di Bora e finora mi sono piaciuti tutti gli episodi; spero che la Pastor continui a produrre...!

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Marianna
Recensioni: 5/5

Bello. Un diverso approccio alla comune immagine del soldato tedesco della seconda guerra mondiale. Personaggi molto caratterizzati e introspezione ben sviluppata. Lettura piacevole. Consiglio.

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Max
Recensioni: 5/5

Ennesima eccellente prova della Pastor. Scrittura elegante, colta, ricca, così lontana dalla scrittura mainstream. Unisce romanzo storico, mistery e romanzo d'introspezione come raramente accade di questi tempi. Il punto di vista particolare, quello della parte che alla fine risulterà non solo perdente ma anche giustamente "cattiva", spiazza e a volte disorienta, costringe a cambiare le angolazioni, a vedere le cose da punti di vista differenti. E per i lettori più fedeli del ciclo di Bora, il sapere già "come va a finire" aggiunge fascino alla lettura. Ennesima dimostrazione (ma non ce n'era bisogno) del fatto che le recensioni di D'Orrico vanno interpretate esattamente al contrario, leggete tutto quello che lui evita, scappate a gambe levate se consiglia qualcosa...

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La recensione di IBS

Creta. Giugno 1941. Non è neppure un mese da che i tedeschi, con la fulminea “Operazione Mercurio”, hanno conquistato quest’isola dalla posizione strategica così importante. Tanto importante da averla resa protagonista di una storia travagliata di occupazioni - dai veneziani nel 1200 agli ottomani nel 1600, agli egiziani nel 1800, e poi ancora sotto dominio turco fino ad essere assegnata alla Grecia con il Trattato di Londra del 1913. E il tessuto sociale dell’isola rispecchia le varie genti che vi hanno vissuto, serpeggiano ancora rancori e odi, si parlano o si intendono molte lingue.
Martin Bora, l’ormai mitico protagonista della serie di romanzi di Ben Pastor, arriva a Creta da Mosca, dove lavora all’ambasciata. Ha un incarico ben strano: deve procurare delle casse di vino cretese per Lavrentij Berija, il temutissimo capo della polizia segreta dell’Unione Sovietica. Ancorché strano, un ordine di Berija non si discute. E tuttavia, con il poco tempo a disposizione che ha, a Martin viene affidato subito un caso da risolvere.
Uno di loro, un tal Villiger, era svizzero e faceva parte dell’associazione Ahnenerbe di Himmler: si occupava di ricerche sulla storia antropologica e culturale della razza ariana. Himmler è un buon rivale di Berija quando si tocca qualcuno dei suoi, sarà bene appurare la verità visto che esistono delle fotografie, scattate da un sottufficiale inglese (ora in fuga o prigioniero), della strage. Mostrano dei paracadutisti tedeschi mentre entrano dal cancello della villa. Le armi usate sono certamente tedesche - lo provano i bossoli trovati sul posto. Due stranezze senza spiegazione: poco lontano sono stati trovati anche i corpi di due soldati inglesi e quello di un cane.
Bora si trova davanti ad un tipo di crimine nei confronti del quale la sua coscienza etica si va facendo più sensibile. Ha solo ventisette anni, Martin, ma ha già alle spalle la guerra in Spagna e l’invasione della Polonia. Sa che fra tre settimane prenderà parte a quella che in codice è chiamata Operazione Barbarossa, è abbastanza giovane ed entusiasta da non vedere l’ora di combattere, rimugina ancora sulla vergogna della Germania, sulle umiliazioni subite dopo la Grande Guerra, continua a credere in una patria che debba riacquistare il suo onore. Ha solo intravvisto in Polonia alcune delle atrocità che- noi lo sappiamo, avendo già letto i romanzi precedenti ambientati però in un tempo seguente - lo faranno inorridire, lo costringeranno a fare delle scelte, ad esaminare se stesso e a decidere a chi vada in primis la sua fedeltà: al suo paese e non al Führer. Ma sono davvero i paracadutisti tedeschi i colpevoli di questa strage? Il luogo in cui sono stati fotografati, l’ora, le armi, parrebbero incriminarli. La violenza gratuita contro dei civili non è neppure inusuale, purtroppo. Eppure ci sono dei dettagli che non convincono.
C’è il leitmotiv dell’Odissea che scorre lungo tutto questo romanzo intitolato, per l’appunto, “La strada per Itaca”, e disseminato di tracce omeriche - si chiama Via Itaca la stradina in cui alloggia Bora, Martin porta con sé l’”Ulisse”, il romanzo di Joyce messo al bando in Irlanda e in Gran Bretagna e una primizia in traduzione tedesca; una fugace visione di tre ragazze in un campo richiama il canto delle sirene tentatrici; il pensiero di Dikta, la moglie lontana ricorda Penelope; Martin stesso, cresciuto senza padre, è una sorta di Telemaco.
Ma c’è anche un’altra traccia da seguire in questo libro in cui Martin si addentra nell’isola cercando informazioni su quanto è successo - perché, nel momento in cui la Germania nazista inalbera come programma la purezza della razza ariana, Martin si confronta con persone che certamente non rientrano nei canoni tedeschi, istintivamente diffida di loro e poi, con la sua usuale onestà morale, si rivede e corregge la sua opinione. Non solo.
Incontrando il vecchio compagno di giochi di quando era bambino, il figlio di un lavorante per suo padre che ora è il comandante dei paracadutisti, Martin avverte il perdurare dell’astio di questi nei suoi confronti e ne capisce il motivo: Martin è sempre stato un ‘privilegiato’ per il solo fatto di appartenere alla famiglia in cui è nato. E sarà proprio riflettendo sull’essenza del privilegio che Martin riuscirà a capire quanto è successo nella villa di Villiger, l’uomo con parecchie facce, parecchi nomi e parecchi schieramenti politici.
“La strada per Itaca” è un capitolo da non perdere nella serie dell’eroe creato in parte sull’immagine del conte von Stauffenberg (l’ufficiale che ebbe un ruolo di primo piano nella programmazione e nell’esecuzione dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944), sia per chi legge i romanzi di Ben Pastor per il fascino del personaggio, sia per chi ama trovare la Storia dietro la finzione narrativa.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Ben Pastor

1950, Roma

Scrittrice italoamericana, all'anagrafe Maria Verbena Volpi, nata a Roma ma trasferitasi ben presto negli Stati Uniti, ha insegnato Scienze sociali presso le università dell'Ohio, dell'Illinois e del Vermont. Oltre a Lumen, Luna bugiarda, Kaputt Mundi, La canzone del cavaliere, Il morto in piazza, La Venere di Salò,  Il cielo di stagno, - ovvero il ciclo del soldato-detective Martin Bora (pubblicati da Hobby&Work a partire dal 2001 e poi da Sellerio) - è autrice di I misteri di Praga (2002), La camera dello scirocco, omaggi in giallo alla cultura mitteleuropea di Kafka e Roth (Hobby &Work), nonché de Il ladro d'acqua (Frassinelli 2007), La voce del fuoco (Frassinelli 2008), Le vergini di pietra e La traccia del vento (Hobby & Work 2012), una serie...

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