Nel mondo a venire

Che furbata, questo romanzo. L'autore intrattiene il lettore raccontando una serie di fatti e circostanze della sua vita, la maggior parte insignificanti, soffermandosi su dettagli per lo più inutili. La struttura è originale, la scrittura molto fluida, ma la sostanza manca del tutto. Un libro che non mi ricorderò neanche di aver letto. È fuorviante come attraverso i social oggigiorno vengano osannati ed etichettati come "capolavoro" libri così vuoti.

Ho aspettato tre giorni dalla fine della lettura del libro per scrivere questa recensione, al fine di capire meglio quello che avevo letto, l'effetto che aveva avuto su di me e, last but not least, se mi era piaciuto. Si tratta di un romanzo senza trama, un racconto quasi in presa diretta di quello che succede all'autore/protagonista in un anno di vita, periodo di tempo delimitato da due uragani che si abbattono sulla città di New York e che creano, in entrambi i casi, un atmosfera da "giorno prima del disastro annunciato", con tutte la ansie, gli allarmi, le attività di prevenzione e di preparazione. In mezzo, il racconto, in prima o in terza persona (dell'autore di cui non verrà mai svelato il nome) di tanti episodi, alcuni bellissimi e profondi (come quello del racconto in auto del padre dell'autore mentre stanno andando a un funerale), altri esilaranti (quando compie tutte le operazioni per la donazione dello sperma), altri noiosi e inutili (come la festa in cui tutti si drogano, autore compreso). Il tutto per scoprire alla fine che il libro che stiamo leggendo, in cui l'autore salta di palo in frasca continuamente, è quello che poi consegnerà al suo editore in cambio del grosso anticipo in denaro che aveva ricevuto per scrivere tutt'altro tipo di libro (ma anche qui, è verità o finzione?). Una sorta di romanzo nel romanzo, di biografia, di divertissement, tra realtà e finzione, in cui spesso si fa fatica a capire cosa si sta leggendo (una storia inventata scritta dall'autore? Una storia che gli è accaduta sul serio? E soprattutto, perché sia stata inserita nel libro). Quindi, capirete, è difficile esprimere un giudizio omogeneo su un'opera così disomogenea. È scritto bene, ci sono pagine intense, quasi memorabili: ma sono poche e non bastano per giustificare le recensioni positive della critica che ho letto in giro e che sono riportate anche in quarta di copertina. Quanto a letteratura americana contemporanea, c'è molto, ma molto di meglio in giro.

Struttura originale e disorientante. Immagini e suggestioni che si imprimono. O è una genialata o una furbata. Comunque vale la pena.