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Vidularia et deperditarum fabularum fragmenta - T. Maccio Plauto - copertina
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Dettagli

2004
1 maggio 2004
128 p., Brossura
9788839206732

Voce della critica

Come seconda dopo la Càsina (cfr. "L'indice", 2002, n. 11), lÆeditio Plautina Sarsinatis presenta l'ultima delle commedie dette "varroniane" (le ventuno cioè che Marco Terenzio Varrone nel I secolo a.C. giudicò autentiche e che oggi possediamo: il nome di Plauto faceva cassetta e ne giravano più di cento apocrife). La pubblicazione della collana, infatti, non segue l'ordine alfabetico dato dai codici, ma dipende dalle circostanze e dalle disponibilità degli editori: quello del presente volume, allievo di Scevola Mariotti e ora ricercatore nell'Università della Calabria, non è un plautinologo di lunga data, come i direttori Cesare Questa e Renato Raffaelli e gli studiosi di scuola urbinate curatori dei volumi prossimi a uscire. L'apparente eccezione ha la sua ragione nella particolare natura dei testi presentati: della Vidularia, infatti (una storia che ruota intorno a un baule, vidulum, il cui contenuto forse permetteva il riconoscimento di un personaggio, come possiamo desumere dal plot della Rudens, commedia che possediamo per intero), non ci rimangono che i primi novanta versi, abbastanza malridotti. La commedia era infatti l'ultima nell'edizione tardoantica da cui dipendono i nostri manoscritti e a un certo punto i fogli che la contenevano si persero, lasciando in un unico codice traccia solo del titolo. Il prologo e le prime scene che possiamo oggi leggere derivano da un venerando codice palinsesto del V secolo, ora nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, di lettura difficilissima: chi ne faccia l'edizione oggi non può far altro che ricorrere allÆapographum redatto nel 1889 da Wilhelm Studemund. Ben altro il discorso per i frammenti, vero piatto forte dell'edizione: Monda è infatti un grande esperto dei grammatici latini, da cui deriva buona parte delle citazioni, ed è a suo perfetto agio tra Gellio, Nonio, Servio, Festo e Diomede: i progressi rispetto all'ultima edizione (W.M. Lindsay, del 1910!) sono evidenti nell'accoglimento di alcuni fragmenta dubia, nell'ordine e soprattutto nel testo, che si rifà anche per l'ortografia alle più recenti edizioni critiche, che Monda ha saputo vagliare con competenza, proponendo in alcuni casi sensati aggiustamenti, anche di natura metrica, e congetture personali.

Ermanno Malaspina

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Conosci l'autore

T. Maccio Plauto

Plauto è stato un commediografo romano, tra i più prolifici dell’antica latinità. Fu un esponente della palliata, genere teatrale ideato da Livio Andronico.Nacque a Sarsina (nell’attuale Romagna) nel 255 a. C. circa, e morì (forse) a Roma nel 184 a. C.Della sua vita si sa molto poco e, probabilmente, la maggior parte delle nozioni sono leggendarie. Sappiamo che era un cittadino libero (e non uno schiavo come narra la leggenda) e, secondo lo storico Varrone, faceva l'attore girovago. Perse tutti i suoi guadagni in rischiose attività commerciali, per questo motivo iniziò a lavorare alla macina di un mulino. Scrisse le sue commedie probabilmente fra il periodo della seconda guerra punica (218-201) e gli ultimi anni di vita.Varrone certificò...

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