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scheda di Fasce, F., L'Indice 1996, n. 2
Sono ben noti i contributi forniti da Paride Rugafiori alla storiografia economica e d'impresa italiana. Essi spaziano da Uomini macchine capitali (Feltrinelli, 1981), che ricostruiva acutamente il rapporto tra strategie, mutamento organizzativo e condizione operaia all'Ansaldo nel periodo tra le due guerre, a "Ferdinando Maria Perrone" (Utet, 1992), un pionieristico e brillante esperimento di biografia imprenditoriale. Negli stessi anni nei quali lavorava alla stesura delle sue fatiche maggiori Rugafiori ha pubblicato numerosi saggi e articoli, sette dei quali oggi vengono opportunamente riproposti in questo volume. Diciamo opportunamente perché essi, oltre che testimoniare l'evoluzione delle ragioni analitiche che hanno guidato la ricerca dello studioso genovese, disegnano un originale e organico approccio a questioni decisive dell'attuale dibattito storiografico, sociologico ed economico quali la perdurante natura "familiare" del nostro capitalismo, le culture imprenditoriali che vi si sono formate, la complessa dialettica tra pubblico e privato che da sempre contrassegna lo sviluppo industriale della penisola.
Quest'ultimo tema percorre come un leitmotiv il libro, a partire dal saggio iniziale, che cerca le origini della peculiare vicenda del "capitalismo di Stato" italiano in uno specifico modello di industrializzazione regionale, qual è quello ligure a cavallo tra Otto e Novecento. Ne esce così confermata e qualificata l'ormai classica tesi di Franco Bonelli sulla crucialità dell'elemento pubblico per la storia della crescita italiana. Proseguendo sulla stessa falsariga, nei due saggi successivi, attraverso le figure di Agostino Rocca e Oscar Sinigaglia, Rugafiori delinea il formarsi nell'Iri di una tecnostruttura manageriale "prima e piuttosto nel settore pubblico che in quello privato". Né è meno interessante il confronto tra questa azione "rigidamente improntata a criteri di gestione privatistica ma nell'ambito di un istituto di natura giuridica pubblicistica" e quei tentativi di rinnovamento che tra gli anni trenta e i sessanta, in un contesto "imprenditoriale-familiare-manageriale" come la Fiat, prova a sviluppare Vittorio Valletta. A quest'ultimo nel volume è dedicato un rapido, ma efficace, profilo critico, integrato da un breve contributo su industriali e insurrezione resistenziale a Torino e da un ampio excursus di sintesi sulla storia della Confindustria dalle origini alla metà degli anni settanta. Un denso riesame finale del rapporto tra "impresa stato economia" nell'Italia repubblicana aggiorna l'analisi sulla dialettica tra la persistenza di proprietà a gestione familiare e gli sforzi, tutt'altro che coerenti, di innovazione manageriale sino alle soglie dell'attualità.
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