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Con il proposito di esaminare la storia dell'istituzione scolastica in Italia dalla fondazione dello stato unitario a oggi, Malinverno ricorre ai pronunciamenti del decisore politico, da un lato, e alle interpretazioni degli storici, dall'altro. Oltre a un'introduzione storico-critica di carattere generale, il testo risulta pertanto suddiviso in due parti fondamentali: la prima dedicata alle leggi e alle relative discussioni parlamentari; la seconda dedicata alla riflessione storica sugli effetti delle scelte politiche nel campo sociale e culturale. Sulla scorta dei documenti raccolti Malinverno sferra una dura denuncia nei confronti dell'ipoteca statalista e accentratrice che, dalla legge Casati in poi, ha costantemente regolato l'organizzazione e il funzionamento dell'istituzione. In tal senso, secondo il curatore, la principale preoccupazione della classe dirigente, liberale, fascista e infine repubblicana, è stata stabilmente rivolta a individuare i meccanismi utili a ricondurre l'intero impianto dell'istruzione pubblica alle dipendenze del "centralismo statuale". Da tale predisposizione di fondo è naturalmente derivato il fatto che, nonostante l'alternarsi di diverse stagioni politiche, il vertice burocratico ha finito per assumere sia le funzioni ordinarie di regolazione, sia quelle straordinarie di trasformazione. Pur presentando una sintesi interessante, il volume non convince sino in fondo: un primo luogo, perché non tiene adeguatamente conto né delle differenziazioni regionali, né della complessa realtà privata; in secondo luogo, e soprattutto, perché, riconducendo in maniera pressoché esclusiva i difetti del sistema allo statalismo centralistico, rischia di fornire una spiegazione monocausale che tende inevitabilmente a eludere la complessità della questione.
Federico Trocini
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