Opere filosofiche. Vol. 1: Trattato sulla natura umana.

Il trattato è costituto da tre libri, ciascuno suddiviso in parti e in sezioni. Il primo considera l’intelletto le cui percezioni si distinguono in impressioni vivide e in idee, copie più o meno illanguidite, ma che possono ravvivarsi in presenza delle corrispondenti impressioni. Vi sono poi le impressioni di idee che denotano stati d’animo, emozioni e passioni, oggetto del II libro, mentre nel III, sulla base del sentimento della simpatia, viene analizzata la morale. Il primo libro l’ho trovato abbastanza eloquente, progressivamente distrugge l’oggettività del tempo e dello spazio, il principio di causalità; la sostanza esterna e l’io diventano fasci di percezione. A parte le relazioni logico-matematiche non resta più nulla di certo, tanto vale mantenersi nel solco del probabile, al quali affidarsi per esplorare nel II libro le passioni. Queste sono impressioni interne ma implicano un oggetto-idea di riferimento e una causa che le susciti, cioè un’impressione/idea con la qualità di essere gradevole o sgradevole. Le passioni ruotano tutte intorno all’orgoglio e all’umiltà, all’amore e all’odio. Si tratta di un libro per certi versi godibile ma per altri un po' incagliato nei principi che lo regolano, secondo i quali la passione presume una duplice relazione tra idee e impressioni: l’idea di una causa, per esempio, mi trasmette un’impressione gradevole, che se riferita all’idea di me stesso come oggetto mi suscita l’orgoglio e via discorrendo. Qui il concetto di causa viene usato in barba al primo libro, ma d’altra parte, per stessa ammissione di Hume alla fine del primo libro, non se ne può fare a meno se si vuole esaminare la dinamica delle passioni. Quindi niente libero arbitrio, un’azione è giudicabile proprio perché frutto di una necessità, altrimenti sarebbe del tutto casuale, il che è assurdo. La simpatia diventa centrale nel terzo libro come fondamento della morale e del vivere civile checché ne dicano le teorie contrattualiste. Troppa carne al fuoco 7

Il contenuto non si discute: il grande David ha un ragionamento lineare ed un'esposizione da romanziere, unite ad alte capacità di astrazione. Bellissima opera filosofica da rileggere o da scoprire. Una sola "piccola" pecca: l'apparato critico è troppo scarso in rapporto al prezzo del volume.