Il sogno del genoma umano e altre illusioni della scienza

Senza conoscere l'autore, mi son lasciato sedurre da citazioni incontrate in letture; ora, letto questo interessante saggio, son ben lieto di commentarlo. E' una raccolta di recensioni di saggi di /- noti autori, pubblicate dalla New York Review of Books, in cui l' illustre genetista mette in evidenza non solo esperienze scientifiche proprie, ma anche doti di erudizione, lasciando in alcuni casi certi monarchi - o presunti tali - in abiti di scarsa copertura, se non addirittura nudi. Infatti, in questi ultimi tempi i media ci hanno proporzionato una vera valanga di fantasticherie sulle miracolose scoperte rivelate dal moderno studio dei geni in generale, ma in modo particolare più specifico sul progetto GENOMA. Abbiamo seguito con enorme curiosità e spesso con altrettanta perplessità e non meno scetticismo, la nota bizzarra questione della clonazione della pecora Dolly; ebbene, molto prima che se ne scoprisse il fiasco, Lewontin ne aveva denunciato l'inutilità, spiegandone le ragioni scientifiche, in cui indicava pure i limiti che la scienza affronta nella capacità di poter conoscere o determinare caratteristiche ereditarie. La copertina di questo saggio è già di per sé la prefazione grafica dei temi di cui l'autore offre un'utile introduzione critica dai suoi punti di vista. Le sue analisi non si limitano ai dubbi che egli nutre su affermazioni di altri colleghi genetisti, ma si estendono pure a teorie che emergono da preconcetti ideologicamente orientati di sociologi "politicamente corretti", senza risparmiare quelle sostenute dai soliti storiografi impegnati e che sovente parlano come profeti. Egli manifesta i suoi dubbi su tutta una serie di assiomi a proposito di ereditarietà di tare: inclinazione a delinquenza, alcolismo, prostituzione ed altri preconcetti a suo tempo già suggeriti dal tenebroso Cesare Lombroso, ora rispolverati dai moderni razzisti occidentali, ma confutati da scienziati universalmente riconosciuti come Cavalli Sforza e Edoardo Boncinelli.

Senza conoscere l’autore, mi son lasciato sedurre da citazioni incontrate in altre letture ed ora, letto questo interessante saggio, sono ben lieto di commentarlo. Si tratta di una raccolta di recensioni, pubblicate dalla New York Review of Books, di alcuni saggi di più o meno noti autori, in cui questo illustre genetista mette in evidenza non solo la propria esperienza scientifica, ma anche le sue doti di erudizione, lasciando in alcuni casi certi monarchi – o presunti tali – in abiti di scarsa copertura, se non addirittura nudi. Infatti, in questi ultimi tempi i media ci hanno proporzionato una vera valanga di fantasticherie sulle miracolose scoperte rivelate dal moderno studio dei geni in generale, ma in modo particolare più specifico sul progetto GENOMA. Tutti abbiamo seguito con enorme curiosità e spesso con altrettanta perplessità e non meno scetticismo, la nota questione della clonazione della pecora Dolly; ebbene, molto prima che se ne scoprisse il fiasco, Lewontin ne aveva denunciato l’inutilità, spiegandone le ragioni scientifiche, in cui indica pure i limiti che la scienza affronta nella capacità di poter conoscere o determinare certe caratteristiche ereditarie. La copertina di questo saggio è già la prefazione grafica dei temi di cui l’autore offre un’utile introduzione, osservata criticamente dai suoi punti di vista. Le sue analisi non si limitano ai dubbi che egli nutre su affermazioni di altri colleghi genetisti, ma si estendono anche alle teorie che con una certa insistenza emergono dai preconcetti ideologicamente orientati di sociologi cosiddetti “politicamente corretti”, senza risparmiare quelle sostenute dai soliti storiografi impegnati e che sovente sembrano avere la pretesa di poter sostituire i profeti. Egli manifesta i suoi dubbi su tutta una serie di assiomi a proposito dell’ereditarietà di tare, come inclinazione a delinquenza, alcolismo, prostituzione ed altri preconcetti a suo tempo suggeriti già dal tenebroso Cesare Lombroso, ora rispolverati da moderni razzisti occidentali di turno.

Pessimo. Tutto il libro e' pervaso da un'atmosfera di superiorita' da parte dell'autore, che si professa esperto di tutto. Il castello e' crollato ai miei occhi quando l'autore ha trattato due argomenti (l'analisi multivariata e gli algoritmi genetici) di cui io sono esperto. Su questi due argomenti le castronerie scritte nel libro sono tali e tante che non posso non pensare che errori analoghi siano disseminati anche in tutto il resto del libro.