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pp. 227 * in brossura editoriale * I Robinson / Letture * rif. libr. laterza . . . Buono (Good). . . .
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Il potere politico, economico e mediatico, incapace di garantire l'assistenza e la previdenza sociale ai cittadini, li spaventa, alimentando paure ingiustificate (terrorismo e criminalità), per distrarli affinché questi chiedano solo di essere protetti e non pretendano i costosi istituti di assistenza sociale. E' il (terribile) passaggio dallo Stato sociale allo Stato dell'incolumità personale. Questa è la tesi principale di Bauman in questo saggio. Molto interessante, reale, apre la mente di fronte alla retorica di paura dei media e di certa politica. Una citazione su tutte quelle proposte da Bauman: "Il carosello pro-sicurezza è per la criminalità ciò che la pornografia è per i rapporti amorosi". Il carosello pro-sicurezza non corrisponde alla reale criminalità, come la pornografia non corrisponde ai rapporti amorosi. Illuminante.
Ho comprato senza nessuna esitazione l'ultimo libro di Bauman “Paura liquida”, abituato da altri titoli del Professore ad una trattazione arguta e incalzante dei temi affrontati ed anche ad una lettura impegnativa, ma scorrevole : questa volta non è andata così! L'argomento di questo saggio sulle umane paure - contestualizzate nell'ormai abituale scenario del mondo liquido-moderno - è affrontato con quella che mi è parsa, purtroppo, una certa stanchezza intellettuale. Chiarisco. Non che si sia venuta meno l’attualità delle intuizioni di Bauman o che si sia appannata la lucidità delle sue analisi : dico solamente che questa volta la trattazione fa fatica a svolgersi e richiede al lettore un surplus di attenzione nel seguire il filo di un ragionamento che si dipana tra incisi e citazioni che si accavallano (troppe davvero!) ed una prosa che spesso appare ampollosa quando non pleonastica . Insomma, sembra smarrito lo stile incisivo e convincente che ha caratterizzato scritti come “Vite di scarto”, “Amore liquido” o il fulminante “Modus vivendi…” e questa mi è parsa, appunto, una traccia di stanchezza intellettuale. All’attivo di queste pagine, comunque, c’è sempre di base il pensiero forte e attuale di uno dei più profondi critici della contemporaneità, del quale segnalo tre spunti interessanti: 1) la tendenza ad allontanare la dimensione naturale della morte attraverso la ricerca costante delle cause scientifiche e ultime che ne determinano ogni singolo caso; 2) la inadeguatezza delle istituzioni statuali nazionali a fornire risposte a problematiche che hanno origine in dimensioni sovranazionali, o meglio globali; 3) lo spostamento della funzione dello Stato (e quindi della politica) da garante della protezione personale , a garante della protezione della incolumità dei singoli. Tuttavia la pesantezza strutturale del saggio resta la sua caratteristica più marcata: quindi- senza nulla voler togliere al valore dei contenuti- se non avete mai Bauman, non cominciate da qui...
Recensioni
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Quali sono le paure del nostro tempo? Che cosa significa temere oggi? Da dove nasce il clima di inquietudine, ansia e insicurezza che spesso pervade le nostre giornate? Nel suo nuovo libro, Zygmunt Bauman, uno dei più noti e influenti pensatori contemporanei, ci invita ad approfondire questo argomento che ci accomuna. Chi può infatti dire di non avere mai avuto paura?
"La paura è una sensazione nota a ogni creatura vivente" scrive l'autore, creatore del concetto di "modernità liquida" esposto in molti dei sui libri, tra cui Modernità liquida, Vita liquida e Amore liquido. Addentrandosi nella sua analisi sottolinea soprattutto, come nell'uomo, a differenza degli animali, questo sentimento sia particolarmente vincolante, infatti "orienta il comportamento dell'essere umano dopo avere modificato la sua percezione del mondo e le aspettative che ne guidano le scelte". Insomma nell'uomo esiste una particolare sensibilità al pericolo, che influenza la sua visione della vita e che determina uno stato di timore strisciante, sospeso nell'aria, presente anche in assenza di una minaccia reale e dunque ancora più subdolo. Nella nostra epoca questa paura latente è purtroppo assai diffusa. è proprio questo aspetto che colpisce Bauman: la paura vista e descritta con gli occhi del sociologo e dell'acuto osservatore del mondo contemporaneo è la vera protagonista di questo libro. "La paura più temibile è la paura priva di un indirizzo e di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente. "Paura" è il nome che diamo alla nostra incertezza: alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c'è da fare per arrestarne il cammino o, se questo non è in nostro potere, almeno per affrontarla." Nei nostri tempi, poveri di certezze e garanzie, le occasioni per avere paura non mancano. Secondo l'analisi di Bauman, i pericoli che si temono possono essere di tre tipi: quelli che minacciano il corpo e gli averi, quelli di natura generale, che riguardano la stabilità e l'affidabilità dell'ordine sociale, e quelli che insidiano la propria collocazione nel mondo e la propria identità, esponendoci alla possibilità di essere umiliati ed esclusi a livello sociale. D'altro canto, questo è ciò che preoccupa maggiormente, la paura è caratterizzata dall'ubiquità, "può uscire da qualsiasi angolo o fessura della nostra casa o del nostro pianeta": dalla strada, dalle persone che conosciamo o dagli sconosciuti, dalla natura, da altri popoli. Cosa fare di fronte a questo fantasma interiore? Il libro di Bauman non offre ricette o soluzioni miracolose ma ci invita a riflettere. Tenta di individuare le radici comuni delle paure e gli ostacoli di cui è costellata la via della loro scoperta, conservando speranze e ottimismo nel futuro nonostante le difficoltà. Scrive infatti: "Questo libro è solo un invito a pensare di agire e ad agire consapevolmente… Si prefigge unicamente di avvertirci del tremendo compito che dovremo certamente affrontare per gran parte di questo secolo, nella speranza che l'umanità sappia portarlo a termine e, alla fine, si senta più al sicuro e sicura di sé di quanto non fosse all'inizio".
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