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Tutto quello che sappiamo su Roma, l'abbiamo imparato a Hollywood - Luisa Cotta Ramosino,Laura Cotta Ramosino,Cristiano Dognini - copertina
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Tutto quello che sappiamo su Roma, l'abbiamo imparato a Hollywood
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Descrizione


Attilio Regolo che rotola nella sua botte chiodata, Scipione che piange su Cartagine, gli imperatori che combattono con i gladiatori nell'arena. Sono queste le immagini che vengono alla mente quando si pensa a Roma antica. Questo libro affronta alcuni dei più classici luoghi comuni sulla storia dell'antichità, per smascherare errori diffusi quanto grossolani e per mostrare quanto il nostro immaginario comune su questi argomenti sia stato plasmato e influenzato dai racconti del cinema su Roma e sui suoi eroi. Un omaggio ad alcuni degli inamovibili miti della nostra infanzia scolastica e della nostra vita di spettatori cinematografici, ma anche un tentativo di far luce su alcuni di questi "punti dolenti" della nostra visione storica.
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Dettagli

1 gennaio 2004
229 p., Brossura
9788842490036

Voce della critica

Il recente successo di film come Il gladiatore o Troy ripropone ancora una volta la questione dell'importanza che le immagini rivestono nella comunicazione del mondo antico. Questo studio di tre ricercatori che si muovono fra la linguistica applicata e la storiografia antica cerca di analizzare il modo in cui l'immaginario dello spettatore moderno sia stato condizionato dalla visione dei film del genere peplum nella comprensione del mondo romano. Il volume è diviso in tre parti: nella prima si esaminano alcuni temi e figure particolarmente rilevanti della cinematografia sul mondo antico, come Giulio Cesare, Nerone, Marco Aurelio, delineando una sorta di "storia cinematografica" di Roma da Romolo e Remo fino al tramonto dell'Impero. Il discorso procede con leggerezza, un certo senso dell'umorismo e molti riferimenti all'attualità. Nella seconda parte, brevissima ma non trascurabile, gli autori riflettono sul ruolo della cinematografia a scuola e sull'importanza che essa può avere nell'acquisizione di conoscenza. Nella terza sono presentate ventisette schede di film o serie televisive di argomento romano e di qualità molto diversa: Cabiria, Ben Hur, La caduta dell'impero romano, Il gladiatore sono raccontati con estrema sintesi e corredati da una serie di valutazioni e giudizi che permettono anche una prima utilizzazione didattica della pellicola. È un libro gradevole, di agile lettura, non specialistico, a cui avrebbero giovato qualche approfondimento bibliografico e una correzione di bozze supplementare: l'editrice Lindau diviene "Lindan" e Stanley Donen si trasforma in un improbabile "Donene"; Segio Corbucci diventa "Corrucci".

Andrea Balbo

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