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Fra i cultori delle discipline storiche, sono sempre meno coloro che rinunciano all'efficienza e alla rapidità delle ricerche bibliografiche e archivistiche online e sempre più coloro che vedono in Internet un potente e veloce strumento di "reference". Moltissimi sono però coloro che continuano a nutrire dubbi sulla compatibilità di Internet e dei prodotti che vi circolano con i canoni della moderna storiografia e sulla possibilità di ricorrervi come affidabili fonti di prova da affrontare e valutare sulla base degli standard correnti di critica delle testimonianze storiche. I documenti digitali, pur presentando inedite potenzialità conoscitive, hanno, infatti, caratteri "genetici" profondamente differenti da quelli a cui lo storico è tradizionalmente abituato: sono immateriali; sono fluidi e facilmente manipolabili; sono fragili perché soggetti all'obsolescenza hardware e software e sono veicolati da un medium, la rete, per sua natura volatile, instabile e insidioso. Proprio sul problema della conservazione a lungo termine dei materiali digitali si concentra, in particolare, il dettagliatissimo lavoro di Stefano Vitali, funzionario presso l'Archivio di Stato di Firenze, dove da vari anni si occupa di progetti di informatizzazione. E non mancano preziosi consigli per gli storici: primo fra tutti, quello di imparare a citare bene le fonti web, indicando con precisione le date e i contenuti informatici, così da garantire un minimo di verificabilità, in un mondo in cui la vita media di una pagina web si aggira intorno ai quarantaquattro giorni.
Francesco Cassata
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