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Dante e le figure del vero. La fabbrica della Commedia - Emilio Pasquini - copertina
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Dante e le figure del vero. La fabbrica della Commedia
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Descrizione


L'autore in questo volume ha rinunciato a raccogliere passivamente i troppi contributi sparsi nelle sedi più diverse, tentando la strada della sintesi in uno stile affabile e poco accademico, rivolto a un pubblico composto non esclusivamente da specialisti. La scommessa è che ne possa risultare una sua idea di Dante, proprio perché egli ha ripensato tutto il suo lavoro nell'ottica di un'ipotesi unitaria che vede l'opera dantesca, segnatamente la "Commedia", come un supremo 'work in progress' costruito per successive approssimazioni fino all'approdo onnicomprensivo del "Paradiso".
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Dettagli

2001
1 gennaio 2001
VIII-320 p.
9788842495192
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Indice

1. Dai "prefazi" ai "compimenti". 2. Ritratto dell'artista da giovane. 3. Fra Dante e Guido: la neve e i suoi segreti. 4. Le favole antiche e la biblioteca di Dante: il mito delle "Atene celestiali". 5. La parabola dell'esilio. 6. Fra invettive e profezie. 7. Il dominio metaforico. 8. L'approdo paradisiaco. 9. Per Dante nel terzo millennio.

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Alessandro
Recensioni: 4/5

Questo libro è un bellissimo saggio di Emilio Pasquini che si caratterizza per una spiegazione piacevole e chiara, a differenza di quanto detto in alcuni commenti precedenti; naturalmente bisogna mettere in conto che si sta leggendo un saggio e non un romanzetto da intrattenimento, e che il saggio come genere letterario richiede un lessico appropriato. Come esempio basta leggere il capitolo "Dai prefazi ai compimenti" dove si nota chiaramente l'unione di una spiegazione chiara con una ricerca accurata. Inoltre invito chi critica le considerazioni di Pasquini sull'influenza esercitata su Dante dalla perdita della madre a leggere per bene tutta la Commedia e a dare il giusto peso alle numerose immagini materne e di rapporto madre-figlio presenti nel testo (sono esplicite, non velate o inventate).

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Massimo Sannelli
Recensioni: 3/5

Nel cap. 3 Pasquini affronta, prima di tutto, un monumento contemporaneo: la lezione americana di Calvino sulla «leggerezza», tanto geniale quanto arbitraria (in particolare, Calvino non vede che pesanza, e il suo campo semantico, è «la parola-chiave o il centro semantico del tormento interiore» di Guido: p. 48). Sùbito dopo, Pasquini torna sulla coppia Guido, i’ vorrei e S’io fosse quelli, notando che la risposta di Guido non è tanto negativa quanto distruttiva rispetto alla forma mentis dell’amico. Lo stesso discorso vale per il sonetto I’ vegno il giorno a te, basato sulla critica della «viltà» (p. 55: «Solo in nome della vecchia amicizia, Guido lascia da ultimo aperta la strada a una possibilità di liberazione da quest’ingaglioffamento quotidiano […]: Dante mediti dunque a lungo sulle parole e sul senso di questa terribile paternale in quattordici versi»). Donna me prega è «un dardo immedicabile contro ogni tipo d’idealizzazione dell’amore, dunque contro il senso profondo dell’itinerario di Dante nella Vita nova» (p. 57); il testo che critica filosoficamente la «dimensione virtuosa» dell’amore (pp. 262-263, e in queste pagine Pasquini accomuna Guido a Francesca condotta da Amore alla morte). Magistrale l’idea che Guido «sia leggibile al modo di un palinsesto dietro le figure di Ulisse e Sigieri» (p. 271) e che il famigerato «disdegno» coinvolga tanto Virgilio (la poesia) quanto Beatrice (l’amore che trasumana l’amante). In generale, Guido è un personaggio complesso, sia professionalmente (filosofo-poeta; con predilezione per la filosofia) sia umanamente (l’immagine che ne dà Boccaccio lo rende simile a Federico II e ad Amleto, ma potrebbe raccogliere una parte dell’immagine pubblica di Guido;e soprattutto tramanda un fatto su cui riflettere:il punto di vista normale su Cavalcanti è quello della «gente volgare» e degli «uomini idioti e non letterati», e questo punto di vista è deformato e deformante). In casa nostra, possiamo dire e far dire a Guido tutto quello che vogliamo.

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Giuseppe
Recensioni: 1/5

I dantologi di tutte le serie da decenni scrivono autorevoli libri su Dante il cui solo difetto è di parlare di tutto fuorché di Dante, e di farlo con un linguaggio che serve a tutto fuorché a capirlo. Pasquini è dei loro, con un'aggiunta quasi comica: la poesia di Dante ha risentito della precoce perdita della madre e del conseguente venir meno del latte materno. Per gli appassionati del genere fantasy è davvero imperdibile!

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Emilio Pasquini

1935

È stato professore emerito all’Università di Bologna, dove ha insegnato a lungo Letteratura italiana. Presidente della Commissione per i testi di lingua e della Società dantesca italiana, è stato membro onorario della Dante Society of America e socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei. Tra le sue pubblicazioni: Il viaggio di Dante. Storia illustrata della «Commedia» (Laterza, 2021).

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