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La vita è fatta di cose inquietanti. Testi autobiografici - Jean Paulhan - copertina
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La vita è fatta di cose inquietanti. Testi autobiografici - Jean Paulhan - copertina

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1991
1 gennaio 1991
324 p., ill.
9788842510734

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Cristiano Cant
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L'inafferrabile genio di Jean Paulhan qui diffuso in pagine cha da sole valgono oro colato. Libro di sommo fascino e preziosa difficoltà, libro che apre la mente come uno scrigno fatato e che accompagna la vita come un sapiente umile a fianco di un compagno che urla bisogno. Fra ciurme di libri repellenti, manufatti di una bruttezza cosmica, qui spicca la classe e il calibro di un autore che avrà forse sempre ombra attorno a sé, ma un'ombra gigantesca proprio in virtù della sua grandezza, della sua influenza su altri destini e amici, del suo scrivere a illuminare, del cuore che sa annegarsi senza paura nel vasto mare di un diario strepitoso.

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Voce della critica


scheda di Bertini, M., L'Indice 1992, n.11

Jean Paulhan, teorico della letteratura disincantato e paradossale, è tra le personalità più inafferrabili del Novecento francese. La sua opera critica - improntata a un atteggiamento di ludica ironia nei confronti delle istituzioni letterarie - sembra contraddire in modo enigmatico la sua lunga carriera di direttore della "Nouvelle Revue Franèaise" e di consulente privilegiato di Gallimard; ma in tale contraddizione apparente è un poco la chiave del suo stile particolare di lavoro e di pensiero, della sua intelligenza eccentrica ma non isolata, atipica ma non risentita n‚ distruttiva. I materiali che compongono questa raccolta postuma - Paulhan morì nel 1967 - sono frammenti di diario che vanno dal 1904 agli anni sessanta; si succedono, nella scrittura nitida familiare ai lettori di Paulhan, paesaggi, immagini di vita quotidiana, aforismi, riflessioni sui sentimenti, ricordi di guerra, d'amicizia, di morte e d'amore. Segnaliamo, accanto a questo ammirevole collage autobiografico, due testi brevi di Paulhan comparsi di recente nelle librerie italiane: la "Breve introduzione alla critica", del 1951, uscito da Marietti, e il racconto sulla prima guerra mondiale del 1916 "Lenti progressi in amore", pubblicato dal Melangolo.

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Jean Paulhan

(Nîmes 1884 - Boissise-le-Bertrand 1968) scrittore francese. Fu direttore della «Nouvelle Revue Française» dal 1925 al 1940 e di nuovo, con M. Arland, dal 1953; fondò il settimanale «Les Lettres françaises» (1941), i «Cahiers de la Pléiade» e, con Vercors, le «Editions de Minuit». Partecipò attivamente alla resistenza. Dopo aver esordito nella narrativa con alcuni racconti - Il ponte attraversato (Le pont traversé, 1921), La guarigione severa (La guérison sévère, 1925) - che denotano il suo interesse per le sfumature psicologiche e subconscie del linguaggio, abbandonò la narrativa per dedicarsi all’analisi degli stessi motivi da un punto di vista critico e teorico. Alla sua opera saggistica più nota, I fiori di Tarbes (Les fleurs de Tarbes, 1931), hanno fatto seguito numerosi altri scritti...

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