Assunta Spina

Questo racconto, brevissimo e tragico, ci fa cogliere un frammento della vita di Assunta Spina, ed è quello che le sta succedendo al termine di una "grigia e triste giornata di febbraio". L'autore ce la mostra sulla soglia del "basso" in cui vive, mentre osserva la solitaria piazzetta di Sant'Aniello Caponapoli. Di Assunta Spina sappiamo pochissimo: è magrissima ("Soltanto le ossa mi sono rimaste"), ha gli occhi scuri e profondi, è sofferente nell'animo, un dolore cupo la opprime, è sposata con Ferdinando, un muratore ed ha un amante che sta per abbandonarla. Il marito lo sa e "l'ha perdonata cinque volte" Lei si sente colpevole e dice: "Mi meriterei d'essere bruciata viva, in una botte di pece". Ma a quell'amante non sa rinunciare. E' tutta la sua vita. E, mentre i riflettori su di lei stanno per spegnersi, l'autore ce la mostra con un coltello sanguinante in mano, mentre si accusa, mentendo, di avere ucciso il sarto, suo amante.