Un paese senza tempo. Fatti e figure in vent'anni di cronache italiane

Scrittura distante, che non prende, non trascina, priva di quella profondità emotiva che avrebbe reso le storie narrate indelebilmente vissute. Da evitare

Analisi deludente e alquanto superficiale, soprattutto sapendo che proviene da una giornalista, di ‘fatti italiani’. La signora non ha certo l’estro e la verve di un Montanelli. Da NON leggere, sarebbe tempo impiegato molto male

E' davvero azzeccato il titolo attribuito a questa raccolta di articoli che, radunati sotto diverse voci o capitoli (Personaggi e interpreti, Agenda italiana...), danno dell'Italia l'impressionante immagine di un paese immobile, inchiodato a questioni e problemi che si ripetono, e che testimoniano lo scollamento sempre più profondo (e doloroso) tra le beghe di palazzo e la gente -noi- il paese reale, con le sue fatiche, i suoi crucci, le risorse vitali messe in opera per non soccombere all'asfissia di una politica degenerata in business-show. Sembra di scorrere lungo le spirali lente e cigolanti dell'eterno ritorno dell'identico, dentro le pareti molli dei gironi infernali. Si scivola così, leggendo e leggendo, in una fatale depressione, una sorta di incubo lento e prolungato, da cui si spera di potersi un giorno risvegliare. Purtroppo non bastano la sempre viglile ironia e lo stile leggiadro di Concita ad attenuare il malessere davanti all'impietosa fotografia di un paese senza tempo e senza prospettive.