Fin dalle prime pagine del suo saggio dedicato a Jane Austen e ai suoi sei romanzi (Ragione e sentimento, Orgoglio e pregiudizio, Mansfield Park, Emma, L'Abbazia di Northanger e Persuasione) Liliana Rampello ci conduce al cuore di quella che lei chiama la grande invenzione del genio austeniano, ossia il romanzo di formazione femminile. In ogni singolo romanzo e nell'insieme dei sei che Liliana Rampello legge come un intero ciclo formativo, ciò che Jane Austen mette in gioco èinfatti l'idea di formazione di una giovane donna. Formazione che non si struttura secondo il canone della tradizione maschile inaugurato dal Wilhelm Meister di Goethe come avventura di un io che si scopre individuo. Le sue ragazze non se ne vanno, a differenza di quei giovanotti, per il mondo nel tentativo di conquistarlo e dominarlo. Il loro apprendistato avviene in uno spazio limitato: il salotto, il giardino, la casa paterna, la casa maritale, la campagna e la città separate da una manciata di miglia e si configura come trasformazione di sé in relazione con l'altra e l'altro. È dunque sul piano delle relazioni e dello scambio simbolico (fra donna e donna e fra donna e uomo) che Elinor, Marianne, Elisabeth e le altre prendono coscienza di sé e acquisiscono la capacità di giudizio sufficiente a scegliersi liberamente un buon marito. Evitando la sciagura che in quell'epoca toccava alle ragazze sventate che si mettevano al di fuori del matrimonio. Di ciò è figura, in Mansfield Park, Maria Bertram che per aver infranto il contratto matrimoniale alla cui base (come ben sapeva Jane Austen) c'è il contratto sessuale è punita con l'esclusione dalla vita sociale. La medesima sorte colpisce in Ragione e sentimento la figlioccia del colonnello Brandon, Eliza, sedotta e abbandonata da Willoughby. Le ragazze di Jane devono perciò imparare a negoziare, dentro quel contratto sociale/sessuale e senza farsi sviare da sentimentalismi e fantasticherie, i loro spazi di libertà. Jane Austen registra con lucidità la logica raffinata e violenta della società patriarcale divisa in classi. Ma non protesta, non si lamenta, non rivendica. Il mondo è così e quel mondo (grazie a un'intelligenza luminosa al suo genio comico e alla profondità della sua visione) lei lo mette in commedia, una commedia spesso spietata (osserva Rampello) e lo rovescia come un guanto mettendone a nudo la brutalità. Ma di quel mondo in cui bisogna pur vivere e volere per sé (è il caso delle sue ragazze) la felicità di amare e di essere amate, lei sa vedere anche qualcos'altro. E cioè che nella realtà le donne possono imparare tra loro e anche da un uomo e un uomo può imparare da una donna. Nella logica di uno scambio basato sulla sincerità e la stima reciproca. Con una maestria nell'uso del dialogo che la rende degna erede di Shakespeare, Jane Austen fa progredire la trama dei suoi racconti impiegando, come fossero vere e proprie azioni, le conversazioni. Fra le donne e fra uomini e donne. Scritto con intelligenza misura e competenza il saggio di Liliana Rampello ha il pregio di restituirci di Jane Austen la grandezza, la modernità e la straordinaria libertà. Sei romanzi perfetti attraverso i quali "la più perfetta artista fra le donne" rilancia, oltre il proprio tempo, la possibilità per una donna di formarsi e di essere libera. Giuliana Giulietti
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