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Anno edizione: 2015
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Libro che segue i molti che si sono occupati della Grande Recessione del 2008. Partendo da questa, in particolare, il libro sviluppa una teoria che collega il debito privato alla gravità e ripetitività delle crisi economiche, proponendo soluzioni subito praticabili affinché queste crisi e i conseguenti drammi sociali non si ripetano più.
Lo dico subito: si tratta di un ottimo libro! Con un approccio microeconomicamente fondato gli autori indagano il meccanismo che ha scatenato la Grande recessione 2007/2009 negli Stati Uniti, la stessa che ha generato una contrazione del Pil come non si vedeva dal 1929 e quattro milioni di disoccupati. Responsabile: il debito! O meglio le perdite da indebitamento causate dal crollo dei valori immobiliari che, colpendo quasi esclusivamente le fasce più deboli della popolazione, indebitate a causa dei mutui ma con alta propensione al consumo, hanno generato una contrazione fortissima della spesa aggregata e causato una durissima recessione. La qualità del libro sta essenzialmente nell'analisi empirica che lo supporta: con una meticolosità impressionante gli autori articolano il loro ragionamento con dati e cifre che, spesso sintetizzati in grafici (il maldestro editore italiano ne sbaglia continuamente le didascalie!) offrono uno spaccato che si concentra sulla fonte dello shock della domanda. Da questa impostazione discende la necessità di quelle politiche economiche che puntano a risolvere il problema dell' eccesso di debito delle famiglie e che dovrebbero puntare, secondo gli autori, ad una riformulazione del rapporto tra debitore e creditore secondo un'ottica di rischi condivisi. Lo stesso dicasi quando il rapporto debitorio avviene tra Stati ( vedi il caso europeo). Forse il solo capitolo 9, che introduce nell' analisi le banche, mi lascia perplesso. Farle fallire senza timore purché si salvi il sistema dei pagamenti mi sembra poco realistico, tanto è vero che non vi è alcun cenno al crack Lehman del 2008 e allo sconquasso che provocò. Ultima nota: in questo libro, scritto tra l'altro con una semplicità disarmante, il debito e' in qualche misura sotto accusa perché genera instabilità. Per chi volesse invece capirne la natura in quanto presupposto dello sviluppo del turbo capitalismo finanziario si rimanda ai lavori di Luciano Gallino e Giorgio Ruffolo.
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