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Anno edizione: 2015
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I due Schu: Schubert e Schumann, manco fossero la declinazione della stessa parola: Musica. Il fantasma dell'uno che visita l'altro in sogno, nei suoi ultimi allucinati momenti di vita, dettandogli melodie divine da dedicare alla moglie Clara Wieck, anche lei sublime pianista, anche lei 'flessione' della magica parola. Filippo Tuena è un gran ricercatore e narratore. Mi ha accalappiata con 'Le variazioni Reinach', con la sua passione, l'accuratezza e documentazione delle ricostruzioni storiche, il realismo e il suo fluido narrare. Circa le gioie e i patimenti di Schumann avevo già appreso dalla biografia romanzata scritta da J. D. Landis, 'Struggimento', molto profonda e coinvolgente. Attraverso queste cronache in forma di corrispondenze e diari dettagliati, Tuena ricostruisce - dalle prospettive dei testimoni (particolarmente preziosa quella di Johannes Brahms) e di Schumann stesso - gli ultimi drammatici momenti della deriva esistenziale di questo genio musicale e il mistero che ancora l'avvolge. "Se c'è tenerezza nel mondo mostruoso che vivo è quando l'accudisco come fa un padre col figlio malato ma, si sappia, per noi non c'è guarigione se non la struggente tenerezza d'esser vittime e di non aver saputo manifestare quel male che c'opprime se non albergandolo in noi, come fa chiocciola che si rinserra."* Sono scritti molto sofferti che inducono una tristezza infinita, ma certe vite non finiscono mai di affascinare e commuovere: certe vite non finiscono mai. * Dai monologhi del figlio Ludwig Schumann, 1891.
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