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Nell'ambito di una ricerca d'interesse nazionale coordinata da Luciano Canfora nasce e si sviluppa questo volume dedicato a episodi significativi dell'affascinante storia delle biblioteche del mondo classico, dall'oralità dell'età arcaica alle moderne ansie compilatorie. Dopo la premessa di Angela Maria Andrisano, Federico Condello considera l'attività di ordinamento della "biblioteca" omerica messa in opera dagli stessi protagonisti della sua composizione e conservazione. Lorenzo Perilli analizza poi come in Grecia fossero conservati i testi e circolassero le conoscenze soprattutto in ambito filosofico e medico. Elena Pavini, a sua volta, indaga su quale fosse la "biblioteca virtuale" di Aristofane, cioè il suo rapporto con la tradizione poetica precedente, a partire dagli echi della lirica misogina di Semonide nella Lisistrata. Maria Paola Funaioli tratta delle opere lette direttamente o conosciute in modo indiretto da Plutarco e rintraccia l'influenza dei modelli operanti nella Vita di Temistocle. La curatrice del volume scopre la presenza di Alceo nella memoria poetica e perciò nella biblioteca di Luciano attraverso l'analisi di un brano dell'Adversus indoctum. Si passa all'ambito latino con Leonardo Fiorentini, che approfondisce l'influenza di Saffo, Alceo e Stesicoro in tre luoghi dell'Eneide. Le biblioteche non conservano solo opere di letteratura: con Serena Querzoli si comprende che, secondo Gellio, nella formazione dell'ingenuiter eruditus sono importanti anche i testi dei giuristi. Infine, Franco Longoni descrive i tentativi settecenteschi di registrare e sistematizzare l'intero patrimonio librario a opera, in particolare, di Jacopo Maria Paitoni e Filippo Argelati. Nel complesso il lettore, anche non specializzato, si trova di fronte a una serie di sapidi assaggi che insistono, sì, su situazioni specifiche, ma che non perdono mai di vista i problemi di ordine generale inerenti alle forme di conservazione e di trasmissione della cultura libraria nel tempo. Amedeo A. Raschieri
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