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Anno edizione: 2015
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Losurdo, Domenico. , and Canfora, Luciano. Stalin : storia e critica di una leggenda nera. Roma Carocci, 2008., Carocci, 2008. 41861 798 Autore principale Losurdo, Domenico Titolo Stalin : storia e critica di una leggenda nera / Domenico Losurdo ; con un saggio di Luciano Canfora Pubblicazione Roma : Carocci, 2008 Descrizione fisica 382 p. ; 22 cm. Collezione Saggi ; 49 brossura con alette Ottimo
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Un libro equilibrato ed indispensabile per capire il contesto storico internazionale in cui inserire Stalin. Un libro che demistifica e smonta pezzo per pezzo la patina oleografica di purezza del mondo occidentale e "libero", uscito "vincitore" dalla Guerra Fredda e fa piazza pulita dei vari libri neri e consimile paccottiglia in circolazione. L'accusa di stalinismo rivolta all'autore è semplicemente ridicola: ciò che Losurdo ambisce a fare è rifiutare la logica manichea della contrapposizione tra Bene (l'Occidente, comprese le sue tendenze filofasciste) e Male (l'Unione Sovietica e stati satelliti)e dunque analizzare fatti, documenti, fonti ufficiali e di dominio pubblico con criteri storici. Non c'è apologia di Stalin né presunto revisionismo "di sinistra" in ciò: in più punti l'autore si mostra critico della pratica staliniana (ad esempio nel caso delle deportazioni forzate di popolazioni sospettate di non esser sufficientemente patriottiche: una pratica condannata claris verbis dallo storico). Se si vuole effettivamente costruire un futuro per la specie umana occorre analizzarne correttamente il passato: è un tentativo che Losurdo compie egregiamente.
non riscontro il carattere leninista nell'azione pratica di stalin.
Dopo la mia prima impressione (vedi sotto) vorrei dare un giudizio finale. Il testo guadagna un punto. Rimangono alcune perplessità. Tuttavia, pur fra alti e bassi il testo merita una lettura approfondita. Rimangono forti dubbi sul concetto di "comparatismo" che Losurdo applica. Penso ad un libro capitale come "Fascismo Fascismi" di Enzo Collotti e all'insuperato utilizzo dell'analisi comparata. Credo che Losurdo si sia fatto prendere la mano dal suo stesso oggetto. Non penso che ad uno studioso debba interessare riabilitare chicchessia e l'opera meritoria di smascheramento rispetto alla menzogna non dovrebbe essere seguita dal ribaltamento di segno opposto. Il punto per uno storico non è giustificare o condannare, è cercare di capire. Un episodio come Katyn , ad esempio, è liquidato in una frase (solo il titolo) ma non è svolto, citando invece le stragi degli Usa in Corea (?). Ma se nella ricerca sulla storia dell'URSS ci si imbatte in Katyn, è di Katyn che si deve parlare. Una strage non pareggia con un'altra. Sono due. Il comparatista le analizza entrambe. Sul piano politico ci sarebbe molto da dire e moltissimo su quello filosofico. Per esempio a livello politico, traspare che le rivoluzioni siano destinate a finire in un tragico realismo condizionato totalmente dalle forze esterne e che l'imperialismo americano, all'ingrosso, stringe in quell'angolo ogni azione contraria allo stato di cose esistenti. Non si tratta di essere pessimisti o realisti. Si tratta di capire che la storia non è affatto "maestra di vita" e che da essa possiamo solo capire ciò che non va fatto, non certo in quale direzione andremo. (lo storico non è un futurologo) . Complessità è la parola giusta, ma non entro in questo campo. Rimane un libro comunque da leggere, che irrita a volte in maniera davvero urticante. E forse questo è il complimento più grande che gli posso fare. ps mi scuso per la frase riferita ai nostalgici inserita nel commento precedente. E' davvero offensiva e fuori luogo.
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