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Tale libro rappresenta il mio primo approccio al tema, verso cui ho sempre provato un particolare fascino ma che non avevo mai approfondito in un modo meglio strutturato; da questo punto di vista, il libro curato e scritto dalla Tolomelli mi è sembrato ben centrato, attento a solleticare l'interesse di una persona (come me) inevitabilmente lontana, temporalmente ma non ideologicamente, dai fatti in causa. Tuttavia , nonostante l'attenzione rivolta ad istituire un collegamento profondo e non già superficiale fra i vari epicentri europei e statunitensi del Sessantotto, ho notato, forse, una certa velocità nell'esplorare le conseguenze del Movimento medesimo: ecco, forse l'approfondimento dedicato alle cause, alle istanze e alle premesse teoretiche e metodologiche del Sessantotto non è stato replicato anche in sede di descrizione della storiografia sul Movimento e, come anticipato, sui suoi effetti, ovverosia gli ultimi due capitoli del libro. Ciononostante, mi sento di consigliarlo a chi, come me, vuole addentrarsi in una pagina chiave del nostro recente passato con sguardo oggettivo e neutrale, a prescindere dagli accenti emotivi e personali di ciascuno.
Recensioni
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Tra i molti contributi apparsi in occasione del quarantennale del 1968, il pregevole volume di Marica Tolomelli spicca certamente per chiarezza, spirito critico e rigore metodologico. L'autrice si avvicina ai fatti che hanno caratterizzato quell'anno come a "un evento che appartiene sicuramente a un'altra epoca storica, ( ) ma al contempo presente, operativo nell'immaginario di diversi attori sociali", coniugando il rigore storico agli strumenti messi a disposizione dalla sociologia dei movimenti e fornendo alle generazioni più recenti un'assai utile introduzione al Sessantotto, priva di quegli utopismi, di quell'apologetica e di quei richiami più o meno nebulosi al mondo della controcultura così frequenti nella saggistica sul tema. Il volume segue l'evoluzione del movimento in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti a partire dagli eventi del maggio 1968 e si segnala innanzitutto per un primo capitolo, dedicato alla "formazione sociale e intellettuale del movimento", in cui Tolomelli ne ripercorre le origini prima di dedicarsi a un'ampia analisi storica dei fatti di quell'annuus mirabilis nei diversi contesti nazionali, con particolare riguardo per le vicende italiane e il difficile e controverso problema dei rapporti tra mondo universitario e realtà operaia. Di particolare pregio sono poi i capitoli conclusivi del libro, dedicati al ruolo del Sessantotto nella storia e nelle scienze sociali, investigando con attenzione quelle interpretazioni che lo hanno visto come un evento promotore di democrazia, come l'anticipatore del terrorismo del decennio seguente o ancora come la radice di molti dei mali della società contemporanea, dimostrando ancora una volta quanto esso sia "un oggetto storicamente debole e dunque facilmente attaccabile politicamente". Francesco Regalzi
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