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Apprendiamo che nella storia della scrittura non esiste affatto "evoluzione" e che l'alfabeto è un'emergenza del tutto casuale, come ci viene mostrato attraverso un'attenta analisi delle trasformazioni della scrittura (pittogrammi, logogrammi, sillabogrammi, lettere). Nonostante l'alfabeto non abbia alcun primato (la sua migliore capacità di restituire il parlato è svelata come un inganno), esso ha presieduto ad un'impressionante serie di ulteriori trasformazioni. L'alfabeto greco opera, per la prima volta, la disgiunzione tra lettura e comprensione e, proprio da qui, si origina la fondamentale dissociazione tra Suono e Significato. La distinzione Significante/Significato non riguarda affatto la parola "parlata", ma soltanto la parola "alfabetica" come viene "scritta e letta". Un suggestivo esempio della differenza ci viene mostrato in relazione alla lettura "dondolante" della Torah. Inoltre apprendiamo che "corpo significante" e "anima semantica" della parola alfabetica precedono e ISTITUISCONO il corpo e l'anima dell'uomo. "La parola ha un'anima (e pure un corpo) prima ancora che l'abbia l'uomo. Questi la riceve da quella, che lo colloca nell'umanità, a differenza dell'animale, privo di linguaggio". L'anima è individuata dai Greci come il luogo di puri significati, i quali sono prodotti dalla lettura alfabetica! Molto interessante è il capitolo sulla nascita di È (copula) fondativa della logica formale. Dentro l'alfabeto i Greci scoprirono l'identità assoluta A=A. Solo la A, in quanto lettera dell'alfabeto, fonda il principio di identità. A partire da questo momento comincia l'infinito cammino della CONOSCENZA. Anche la cronologia viene svelata come un'alfabeto-crono-grafia! Chiude l'analisi un'interessantissima proposta etica centrata sulla lettura. Finalmente, direi, un libro non convenzionale e non scontato sulla lettura. Da insegnante mi piacerebbe che molti colleghi e anche studenti affrontassero l'esperienza di leggere questo ricco e affascinante libro.
Il libro è uno studio sulle pratiche di lettura esibite attraverso un impegnativo excursus tra linguistica, paleografia, epistemologia, antropologia, studi torahici ? Getta una nuova, e per diversi aspetti sorprendente, luce sulla nostra troppo spesso distratta, scontata, quotidiana attività del leggere. In particolare in esso si mostra come leggere, esercitato secondo il ventaglio dei molteplici sistemi scrittori, influisca nel profondo sulla nostra percezione dell'io, del corpo e dello stesso mondo circostante, assai al di là di quello che ci si aspetteremmo. Probabilmente uno dei punti salienti riguarda la dimostrazione di come l'attitudine razionale e teorica, spesso data come "universale", abbia invece le proprie radici nelle pratiche, tutto sommato casuali, della lettura alfabetica. Non solo, nel libro ci viene indicato dove vada scorta la natura etica del leggere e la sua sottile ambiguità. Alla fine del libro rimaniamo con la netta consapevolezza di avere scorto un nuovo orizzonte e di questo non possiamo che essere grati all'autore.
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