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La macina e il telaio. Due carmi mitologici norreni - copertina
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La macina e il telaio. Due carmi mitologici norreni
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La macina e il telaio. Due carmi mitologici norreni - copertina

Descrizione


Vengono qui tradotti e commentati due carmi norreni d'ispirazione eddica, il Gróttasöngr e il DarraDarljód, dove si parla di una macina cosmica e di un telaio del tutto particolare. Entrambi i componimenti trattano del destino: quello universale amministrato da due gigantesse, e quello individuale affidato a un gruppo di valchirie. Nei due carmi mito, leggenda e storia si fondono in maniera tale da offrire una rappresentazione viva e affascinante della tradizione scandinava medievale con riferimento a figure sovrannaturali femminili. Il ricco e particolareggiato commento del curatore guida il lettore nella complessa trama dei riferimenti mitologici, degli aspetti linguistici e nell'affollato mondo del Medioevo scandinavo. Il volume è completato da un contributo "al femminile" di Paola Mura sulla tessitura e i suoi risvolti simbolici.
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Dettagli

2012
20 settembre 2012
154 p., Brossura
9788843061808
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Indice

Premessa

Abbreviazioni

Nota filologica

Grottas?ngr. Canto di Grotti

Grottas?ngr

La molitrice

Archeologia

La macina rotante

Un antico mito cosmico

Dramatis personae

Fenja e Menja

Gothormr e Knúi

Fj?lnir

Fróði

Genealogie

La Pace di Fróði

Pace di Fróði e Pax augusta

Fróði e la fine del ciclo cosmico

Onomastica e narrazione leggendaria

Mýsingr e la morte di Fróði

Morte di Fróði IV

Yrsu sonr

Hengikj?ptr

Grotti

Bergelmir

Snæbj?rn

Snæbj?rn e Snorri

Il “macinato di Fróði”

Egill, Einarr, Eyvindr

L’anello di Fróði

Il mare salato e il gorgo

Una falsa ancella alla macina

Origine e natura del poemetto

L’introduzione in prosa

Il carme e il commento

Darraðarljóð. Carme di D?rruðr

Darraðarljóð

La tessitrice Penelope

La tessitrice Brunilde

Donne al telaio

Dramatis personae

La battaglia di Clontarf

Origine e natura del Darraðarljóð

Il contesto prosastico, il carme e il commento

Vindum, vindum di Paola Mura

Bibliografia

Recensioni

Voce della critica

  Nel volumevengono tradotti il Canto di Grotti e il Carme di Dörru­r, due brevi testi della tradizione eddica islandese. La riscoperta del secondo, nel "nordicismo" tardo-illuministico, fu tra le condizioni preliminari della moda romantica: il Carme fu tradotto da Gray (1761) e illustrato da Blake (The Fatal Sisters, 1768-1797), mentre in Germania uscivano due successive versioni di Herder (Der Webgesang der Valkyriur,1773, e Die Todesgöttinnen, 1779). I titoli settecenteschi pongono l'enfasi sul fatalismo mortifero e crudele delle valchirie, protagoniste del testo e del canto. Completamente diversa la prospettiva di questa nuova traduzione italiana: lo rivela l'accoppiata, nel medesimo libro, con il Canto di Grotti, dove Grotti è il nome di una macina cosmica (con oscure contiguità con il Mulino di Amleto e il pensiero astronomico arcaico studiato da de Santillana nel volume del 1969, con il quale Meli interloquisce lungo tutto il commento). I due brevi testi vengono qui accomunati in quanto canzoni "di lavoro", quella di due schiave molitrici il primo (due gigantesse che agiscono sul piano mitico e cosmico, macinando prosperità e poi sciagura per un re leggendario), quella di dodici valchirie impegnate a un macabro telaio il secondo ("È la trama intessuta / con umane interiora). I due testi sono trasmessi entro opere del XIII secolo, l'uno in un trattato di retorica, per spiegare una locuzione poetica tradizionale che indicava l'oro quale "farina" di quel re; l'altro in una saga islandese, dove la cruenta visione tesse la trama di un imminente scontro. Un aspetto comune ai due testi, che li rende delicatissimi da maneggiare, oltre alla contiguità di genere e stile, è la stratificazione dei contesti di trasmissione. Il commento (entro le dimensioni della collana), sia nelle note di Meli che nel saggio conclusivo (storia letteraria e simbolica della tessitura, tecnica femminile implicata con il sacro), propone simultaneamente i vari piani di lettura possibili: quello comparatistico, con La molitrice e La tessitrice dell'Odissea; quello archeologico, con "mortai e macine (…) per triturare le ossa dei defunti" e con telai barbarici e incantesimi runici; l'intreccio dei rapporti intertestuali, che il curatore sbroglia, oltre i limiti del medioevo nordico e del repertorio classico, fino ai poemi sacri dell'India. L'impatto con le forme dell'antica poesia nordica, in aggiunta ai temi orrorifici, fu decisivo per la rivoluzione romantica: la versione italiana, talora felicemente mimetica (si noti, alla str. 3 del Canto di Grotti, il distico allitterativo: "sibilarono il sibilo le due, / e il silenzio fu rotto: // 'Montiamo il mulino! | Mettiamo su le pietre!'"), come già nelle precedenti prove del traduttore (Völuspá 2010, nella stessa "Biblioteca Medievale"), risolve con successo la brevità e il ritmo dell'originale (rendendone semplicemente l'ostica complessità).   Adele Cipolla

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