Meduse

Si tratta di una specie di romanzo la cui lettura mi ha impressionato. La sconsiglio a chiunque abbia meno di trent’anni e un’idea di che cosa sia la letteratura men che solida. Gli altri lo leggano e regrediscano con il protagonista nelle allucinazioni psicotiche di un novello Dante, che scende agli inferi contenuti nel suo cervello, vissuti e descritti come se fossero reali (ma forse lo sono più del “mondo vero”), in un impasto a tratti indigeribile, altre volte irresistibile di muco, merda, sangue, piastrelle, tubazioni, miasmi e membra. L’idea è che in principio fosse il nulla e in esso, tramite bombe atomiche o autodistruzione, sia comunque auspicabile tornare. Spaventoso. Quasi dimenticavo: la scrittura è semplice (poche parole, nessun compiacimento) e devastante. Sconsigliato anche agli amanti della bella prosa (oppure: uno poi si rilegge tutto Flaubert, per antidoto).

Non è facile imbattersi in pagine come queste. E' una magia, dalla prima all'ultima....e non solo. Si legge d'un fiato e alla fine mi è venuta voglia di ricominciare come se la fine del testo fosse legata irrimediabilmente all'inizio. Un vorticoso racconto di un uomo vorticoso gettato addosso al lettore con una lingua inventata e piena di scoperte.....piacevole sorpresa per chi come me è sempre alla ricerca di originalità nell'arida prateria della letteratura italiana. (devo preoccuparmi se in alcuni tratti del romanzo ho rivisto me stesso?)....bravo Gian!

Questo libro mi ha stupito per la sapienza nell'uso del ritmo della lingua italiana. L'autore utilizza le parole come un pittore i colori, ma con la capacità del maestro che se ne serve per affrescare un paesaggio, senza spocchia e senza virtuosismi inutili.