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La letteratura dell'inesperienza. Scrivere romanzi al tempo della televisione - Antonio Scurati - copertina
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La letteratura dell'inesperienza. Scrivere romanzi al tempo della televisione
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La letteratura dell'inesperienza. Scrivere romanzi al tempo della televisione - Antonio Scurati - copertina

Descrizione


Antonio Scurati affronta il delicato tema della correlazione perduta tra letteratura ed esperienza. Scurati riflette sul dissolvimento, nella società di massa, dell'idea stessa di umanesimo, basata sul "rifiuto ostinato di accettare l'inanità dell'essere umano nel tempo", e quindi, sul "tentativo di stabilire una comunione di vita tra i vivi e i morti". Tutto questo, ossia il valore reale e corposo dell'esperienza, si è perso, grazie all'appiattimento e all'indifferenziazione generalizzata della cultura globale, onnicomprensiva ma appunto per questo priva di richiami di qualunque tipo allo spessore della vita reale, con le sue eterogeneità irrinunciabili. Di fronte a tale situazione, a questo mondo dell'inesperienza in cui siamo tutti immersi, Scurati, memore delle analisi di Walter Benjamin, addita ancora allo scrittore il compito di rifondare le ragioni del romanzo storico, al di là di ogni livello metalinguistico, per essere critici in una realtà che non lo è più, di fatto.
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Dettagli

2006
13 settembre 2006
83 p., Brossura
9788845257438

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vanessa
Recensioni: 1/5

Il libro e' incredibilmente presuntuoso e saccente, l'autore propina frasi a effetto senza minimamente giustificarle, il che gia' lo accetteremmo a fatica da un derrida o da un deleuze...come puo' pensare di non essere ridicolo paragonandosi a Calvino in un modo tanto sfacciato? ma siamo matti? e il continuo insistere sull'assenza di vita, di esperienza, e via discorrendo che l'autore da' per scontato che i lettori condividano, non solo non e' dimostrato nel saggio da articolati passaggi teorici o aneddotici, come farebbe che so un Zizek, ma non e' manco condivisibile! mica tutti sono ricercatori all'universita' come l'autore! non si preoccupi che di guerre quotidiane ne facciamo tante (quasi) tutti. Che arroganza incredibile da parte di un intellettuale e che scarso modo di sostenere le proprie tesi! e poi pubblicare come saggio a stampa (a caratteri enormi (per allungare il brodo) quello che potrebbe essere un articolo! sarebbe stato di gran lunga preferibile che l'autore avesse pubblicato il suo "saggio" su internet, sarebbe stata una scelta molto piu' pertinente. Perche' pagare 6,20 euro per questo sforzo dettato dalla presunzione pura? ma!

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marco coradin
Recensioni: 2/5

È un brutto libro. L’autore cita Calvino nella prefazione del 1964 de “Il sentiero dei nidi di ragno”, per dire che il primo libro, che è l’unico che conta, “ sarebbe meglio non averlo scritto mai”. Soprattutto perché capita, com’è in questo caso, che i libri seguenti non siano alla sua altezza, anzi siano decisamente sconvenienti. Il tema del libro è l’inesperienza della guerra reale e nello specifico della Resistenza partigiana. Dovrebbe insegnare a scrivere romanzi pop guardando la tv perchè esprime una certa e consumistica visione del mondo, ma in fondo non ce la fa e l’unica cosa da tenere di questo libro è la sua bibliografia finale.

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Conosci l'autore

Antonio Scurati

1969, Napoli

Antonio Scurati è uno scrittore e accademico italiano. Nato a Napoli nel 1969, è cresciuto tra Venezia e Ravello per poi trasferirsi a Milano. Docente di letterature comparate e di creative writing all'Università IULM, editorialista del «Corriere della Sera», ha vinto i principali premi letterari italiani. Esordisce nel 2002 con Il rumore sordo della battaglia, poi pubblica nel 2005 Il sopravvissuto (Premio Campiello) e negli anni seguenti Una storia romantica (Premio SuperMondello), Il bambino che sognava la fine del mondo (2009), La seconda mezzanotte (2011), Il padre infedele (2013), Il tempo migliore della nostra vita (Premio Viareggio- Rèpaci e Premio Selezione Campiello). Del 2006 è il saggio La letteratura dell'inesperienza, seguito da...

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