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In piena luce. I nuovi spettatori e il sistema delle arti - Gabriele Pedullà - copertina
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In piena luce. I nuovi spettatori e il sistema delle arti - Gabriele Pedullà - copertina
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Descrizione


Che cosa diventa il mondo degli audiovisivi dopo che la sala ha smesso di essere l'unico e ormai da tempo anche il principale luogo in cui si assiste alle immagini in movimento? In quale modo il "cubo opaco" (secondo la definizione di Roland Barthes) ha influenzato l'esperienza e l'estetica della settima arte? Questo studio intende rispondere a domande come queste, rileggendo la storia del film dalla prospettiva dei videofonini e dei dvd osservati distrattamente in treno. Per capire il passato del cinema, ma soprattutto, il suo futuro. Gabriele Pedullà, legge in un'ottica di comparazione tra diversi linguaggi dell'arte e della comunicazione, l'attuale costellazione espressiva, stabilendo un confronto serrato tra cinema, televisione, nuovi media e letteratura. Una comparazione interlinguistica ma anche, e soprattutto, una verifica dei poteri.
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Dettagli

2008
Tascabile
7 maggio 2008
278 p., Brossura
9788845260773

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Biscottone
Recensioni: 5/5

Un viaggio tra i diversi linguaggi dell'audiovisivo e le modalità di interconnessione tra essi. Saggio per universitari, studiosi, ma anche semoplici appassionati, Pedullà sa descrivere con minuzia, ma allo stesso tempo comprensibilmente per un po' tutti, il percorso che l'immagine in movimento sta facendo attraverso i suoi fruitori e le nuove tecnologie.

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Voce della critica

"Ho visto un film": questa frase, anodina in apparenza, corrisponde a significati molto diversi se a pronunciarla è uno spettatore del 1915, del 1950 o del 2008. Non soltanto perché ovviamente, da un periodo all'altro, sono cambiati i film; ma soprattutto perché l'esperienza dei primi spettatori, nelle sale dei music-hall o in baracche da fiera, differiva profondamente da quella dei fruitori del cinema classico nel "cubo opaco", cioè nella sala cinematografica quale venne configurandosi, "con il suo buio artificiale e le sue regole severe", tra il 1915 e il 1975. Né, d'altronde, la situazione attuale di chi si guarda un film sullo schermo del televisore o del computer somiglia a quella più costrittiva, ma anche emotivamente più intensa, dello spettatore novecentesco. Da Benjamin a Susan Sontag, da Bauman a Stanley Cavell, questo saggio avvincente dialoga con quanti si sono interrogati sulla condizione dello spettatore cinematografico. Al centro, un'intuizione feconda e innovativa: il "cubo opaco" altro non è che la realizzazione, tardiva ma straordinariamente perfetta, dell'utopia degli architetti rinascimentali, ansiosi di creare uno spazio scenico in grado di recuperare – in contrapposizione alla drammaturgia medievale, a suo agio sui palchi dei saltimbanchi e sui sagrati – "il teatro greco e romano come esperienza globale". La progressiva affermazione del "cubo opaco" – parallela e quasi speculare a quella di un altro spazio modernista, l'asettico "cubo bianco" delle gallerie d'arte – permette a questo saggio di raccontare la storia dello spettacolo novecentesco sotto un'angolatura nuova; in vista di una sistemazione storica del recente passato e di una riflessione lucida, senza frenesie postmodernistiche né nostalgie passatiste, sul presente ormai dominato dagli "individual media".
Mariolina Bertini

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Conosci l'autore

Gabriele Pedullà

1972, Roma

Redattore de Il Caffè illustrato, scrive sulle pagine di Alias e insegna Letteratura italiana presso l'università di Teramo. Ha pubblicato saggi su Beppe Fenoglio (Donzelli 2001), sulla condizione del cinema e delle altre arti nell'epoca degli individual media (In piena luce, Bompiani 2008) e, da Einaudi, una fortunata antologia di Racconti della Resistenza (2005 e 2006). Un suo racconto è comparso nella raccolta La qualità dell'aria (minimum fax 2004). Per Einaudi ha pubblicato il suo primo libro di narrativa, la raccolta di racconti Lo spagnolo senza sforzo (2009) e Lame (2017); ha inoltre curato (con Sergio Luzzatto) l'Atlante della letteratura italiana (di cui è uscito il primo volume nel 2010, il secondo nel 2011 e il terzo nel 2012). È tradotto...

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