Memorie della mia vita

Quella di Giorgio de Chirico e' stata una vita completamente fuori dall'ordinario. Nato e vissuto in Grecia con il fratello Alberto Savinio, poi trasferitosi in Germania dopo la morte del padre, e infine al lavoro in giro per il mondo ma in genere con Roma a fare da base. Si forma (benissimo) al Politecnico di Atene mentre trova la scuola di Monaco una schifezza. Approfondisce un percorso culturale prima che pittorico personalissimo, basato su di una conoscenza approfondita dei classici. Insomma, e' un uomo del Levante che si trova - obtorto collo - in contrasto con tutte le novita' che da Parigi inondano l'Italia. De Chirico denuncia i tipici vizi italiani, tipo l'esterofilia di basso livello degli intellettuali, e le virtu', ossia di un pubblico amante delle arti che non casca mani e piedi nei tranelli del mercato dell'arte. Da leggere non solo perche' De Chirico e' un ottimo scrittore, asciutto e godibile, ma anche per acquisire strumenti che ci fanno guardare con piu' sospetto Andre' Breton e compagnia, passeggiatori sempre in bilico tra il genio e la truffa. C'era molto altro in quel periodo, ed e' giusto riscoprirlo.

Inutile opera di autocompiacimento di un insopportabile egomaniaco. Scritto con il piglio di chi fa finta di non conoscere l'ambiente artistico/letterario che condanna. Di non far parte della stessa avanguardia condannata, di non condividere gli stesi freudismi e superomismi, di non capire la stessa modernità romantico/positivista, pronta a trasformarsi ben presto in cultura radical chic in cui siamo tutti sprofondati.

Opera per esperti dell'arte contemporanea