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Come funziona la musica
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Come funziona la musica - David Byrne - copertina
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Come funziona la musica

Descrizione


"Come funziona la musica" è l'esuberante celebrazione di un soggetto cui David Byrne ha dedicato non solo la propria esistenza creativa, ma altresì le sue costanti riflessioni. In egual misura storico e antropologo, affabulatore e scienziato sociale, Byrne attinge alla propria pluriennale esperienza con i Talking Heads, Brian Eno e una miriade di altri collaboratori - insieme a viaggi in teatri lirici wagneriani, villaggi africani e in qualunque luogo esista la musica - per mostrare come la creazione musicale non sia solo l'opera del compositore solitario, isolato nel suo studio, bensì il risultato tanto logico quanto miracoloso di circostanze sociali. In una travolgente avventura intellettuale, "Come funziona la musica" racconta anche, con passione e ironia, il potere liberatorio e vitale della musica.
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Dettagli

2013
18 settembre 2013
345 p., ill. , Rilegato
9788845274190

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Giancarlo Colapietro
Recensioni: 4/5

Un gran bel tomo che approfondisce la storia della musica. Ammiro Byrne come musicista e compositor, ma devo dire che anche come autore se l'è cavata egregiamente nel restituire un'importante lettura sulla storia della musica.

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Voce della critica

  Qual è il rapporto tra musicisti e scrittura letteraria? È strano che un musicista, quindi non uno scrittore o un saggista di professione, scriva libri interessanti e ponderosi? È possibile che un musicista, che si è occupato (e si occupa) di questioni pratiche, riesca ad allargare lo sguardo comprendendo, con sensibilità e competenza, tutto l'universo della musica in genere? Come funziona la musica di David Byrne (traduzione italiana di How music works, uscito nel 2012 per McSweeneys, pubblicato da Bompiani in una veste che rispetta l'originale: copertina "imbottita", carta di qualità e foto a colori per illustrare il testo) rappresenta una risposta positiva a questi interrogativi. Non solo: è anche la dimostrazione che, per riuscire a dire qualcosa di illuminante sulla musica (e le musiche), occorre rovesciare la prospettiva con cui si è guardato convenzionalmente a questo sapere, non soltanto nei secoli passati. Byrne, rileggendo la pluriennale esperienza con i Talking Heads (il noto quartetto attivo tra la fine degli anni settanta e la fine degli ottanta) e il rapporto professionale e di amicizia con Brian Eno e altri collaboratori, indaga il processo creativo, i meccanismi di funzionamento dell'agire e dell'ascolto musicale fin nei loro minimi dettagli e implicazioni (come quelle di natura neurologica o psicoacustica). Ma lo fa sempre attraverso un doppio registro che fonde il piano produttivo-creativo con quello performativo e fruitivo, rendendo scorrevole e appassionante la lettura. Un approccio che ritroviamo fin dal primo capitolo, La creazione alla rovescia, dove Byrne, con competenza e originalità, decostruisce in modo rigoroso alcuni paradigmi radicati nella coscienza comune (dotta e meno dotta). Come l'idea che l'autore sia l'unico artefice della propria produzione, una visione dell'atto creativo che non permette di cogliere la reale allocazione del processo compositivo e adombra, ingiustamente, apporti creativi spesso fondamentali. Byrne infrange anche un altro paradigma consolidato nella cultura occidentale, quello della "musica assoluta", ossia l'idea che la musica contenga unicamente in se stessa il suo senso e il suo valore e il contesto risulti non significativo o del tutto secondario. Al contrario, sostiene Byrne riportando esempi vanno dalla "musica classica" a quella tradizionale passando per la popular music, occorre guardare alla genesi e sviluppo del processo creativo e compositivo come risultato, spesso, di un adattamento al contesto, inteso come ambiente acustico, sociale, luoghi fisici, situazioni, schemi preesistenti o convergenza di fattori che favoriscono l'esprimersi di una comunità musicale. Un approccio lungimirante e non scontato, se si tiene conto che riflette il pensiero di un musicista che, in una certa fase della sua carriera artistica, ha lavorato nello studio di registrazione per produrre una musica completamente slegata dall'esecuzione dal vivo. Con il chiaro intento di condurre il lettore alla scoperta di aspetti che contribuiscano a fare della musica una realtà meno imperscrutabile, Byrne riunisce in un unico discorso mondi musicali che tradizionalmente vengono separati, affrontando questioni teoriche ma senza mai sminuire gli aspetti pratici: l'analisi in profondità dell'atto creativo si lega al ruolo dei modelli e dei materiali preesistenti, l'esibizione sul palco alle scelte musicali, la performance musicale ad altri tipi di performance. In questo procedere viene messa in luce l'influenza degli accorgimenti scenici, del look e, più in generale, del visivo nel processo creativo ma, anche, il rapporto tra ideale espressivo e ideale tecnico (con un'illuminante esegesi del "suonare compatti", ossia il concetto di groove) e il valore del dilettantismo. All'interazione tra aspetti performativi e mediazione tecnologica sono dedicati i capitoli centrali del libro: il tema è affrontato con un taglio storico, distinguendo in modo canonico tra era dell'analogico e del digitale, ma ripercorrendo anche la propria esperienza artistica e soffermandosi sulle implicazioni estetiche dei processi di registrazione, missaggio e manipolazione dei suoni. Non si tratta di considerare le risorse dello studio di registrazione come un mezzo compositivo (aspetto ormai attestato anche dalla saggistica musicologica accademica) ma di riconoscerlo come luogo privilegiato dei processi d'innovazione stilistica. Processi che oggi possono avvenire anche in "studi domestici" (modalità privilegiata, come rivela Byrne, anche nella sua produzione mainstream) perché "l'ambiente domestico spesso favorisce la creatività". Nell'ultima parte del libro Byrne affronta aspetti e meccanismi della distribuzione musicale e del marketing, "il tragitto dal compositore o esecutore all'ascoltatore", analizzandone i cambiamenti e interrogandosi sulle potenzialità. Anche qui l'approccio si rivela efficace perché basato sul doppio registro: un problema specifico (ma assai rilevante per chi vive di musica) come quello del controverso rapporto tra notazione musicale convenzionale e diritto d'autore, viene evidenziato attraverso l'"autoanalisi" del processo creativo di una canzone; dall'altro, nuovi modelli, forme organizzative e scenari (Byrne indica sei modelli possibili di distribuzione e promozione con diversi livelli di controllo da parte dell'artista) vengono delineati con l'ausilio di dati, grafici e statistiche aggiornate. Il saggio di Byrne si dimostra estremamente documentato, preciso e rigoroso, presentando un insieme di caratteristiche difficili da ritrovare in un singolo progetto editoriale (specie se si raffronta con recenti e analoghe iniziative in ambito italiano). In questo senso Byrne sembra incarnare l'idea di Luciano Berio del musicista virtuoso, capace di muoversi in un'ampia prospettiva storica e di risolvere le tensioni tra la creatività di ieri e di oggi, senza distinzioni aprioristiche. Il portato del libro è anche questo: affermare come oggi non sia possibile parlare di nessuna musica senza conoscere le altre musiche e, insieme, riconoscere la loro autonomia teorica e pratica.   Errico Pavese

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Conosci l'autore

David Byrne

1952, Dumbarton (Scozia)

Musicista, produttore discografico, compositore e scrittore scozzese naturalizzato statunitense. Negli anni Settanta è stato cofondatore dei Talking Heads, gruppo pop che ha conosciuto enorme successo a cavallo fra quel decennio e la metà del successivo. Ha lavorato con Bernardo Bertolucci alla realizzazione de "L'ultimo imperatore", per il quale ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora. Nei primi anni duemila, parallelamente alla prosecuzione di una fortunata e multiforme carriera solista, ha realizzato varie opere di fotografia e installazioni. Ha collaborato con Fatboy Slim a un progetto musicale sulla vita di Imelda Marcos, ex First Lady delle Filippine, e a un evento all’interno del New Yorker Festival, sul tema della crescita dell’uso...

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