La regina delle nevi

Che delusione. Una luce nel cielo di New York? Una visione soprannaturale sopra Central Park? Cunningham, ma sei serio? Un libro che non va da nessuna parte, una quantità di pippe mentali e domande esistenziali che, ammetto, mi hanno fatta saltare righe su righe, nella speranza che qualche pagina più avanti accadesse qualcosa di concreto. E invece c'erano le solo infinite elucubrazioni dei personaggi e la storia dell'apparizione misteriosa che sbucava fuori ad intervalli regolari... Come ha scritto qualcuno in un'altra recensione, secondo me neppure Cunningham stesso è davvero convinto della storia che ha scritto! Manca di intensità, manca di mordente, non ci si affeziona veramente a nessun personaggio... Gli concedo il perdono solamente perchè, prima di questo romanzo, ho letto Le ore, Una casa alla fine del mondo e Carne e sangue, libri bellissimi, quindi ci sta che uno possa fare un errore. Se avessi letto questo come primo, non so quanta voglia avrei avuto di proseguire con l'approfondimento dell'autore!

Non basta qualche bel dialogo e qualche frase giusta per ritrovare il vecchio Cunningham. Ho trovato questo libro una noia mortale e, francamente, inutile. Peccato.

"Nelle persone c'é sempre più di quanto immaginiamo e anche meno. Il trucco é trovare il giusto compromesso tra i due estremi"...fra le tante ho annotato questa frase! Mi piace il contenuto, mi piace la profondità del messaggio che comunica. Riassume il romanzo, ugualmente profondo e toccante, fatto di piccoli gesti quotidiani. Ad emergere sono i personaggi e i momenti decisivi della loro vita. Un connubio, un giusto compromesso fra dolore e piacere, coraggio e abbandono, forza e rinuncia, mistero e realtà. Non ho letto "Le ore" e forse il romanzo non é fra quelli che avrei scelto se non mi fosse stato suggerito; tuttavia lo considero un buon romanzo e mi sento di consigliarlo a chi, come me, crede che della vita non si debba tralasciare nemmeno il più piccolo dettaglio!