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Libro bello e difficile. Difficile in certa interpretazione simbolica, ma insostituibile per capire Mahler. Nel suo genere un capolavoro.
Il libro, superato un preambolo dalla scrittura spesso impervia ed incardinato in una cornice storica che toglie lucidità di analisi, si legge in seguito tutto d'un fiato. Di rilievo la numerosità delle voci bibliografiche, i testi in traduzione italiana della produzione liederistica, le tavole sinottiche, la ricchezza ed il dettaglio della biografia. Le pagine iniziali sono ampiamente dedicate al periodo della formazione e del primo apprendistato. In seguito, tuttavia, compaiono le prima perplessità e l'autore sembra meno interessato al tema dei rapporto personali e professionali con musicisti suoi contemporanei: la relazione con Brahms e Bruckner si limita sostanzialmente all'aneddotica. Poco approfondito il tema dell'eredità musicale dell'opera di Schoenberg che tuttavia approderà saldamente alla dodecafonia, solo anni dopo la morte di Mahler. Poco spazio viene dedicato allo stile direttoriale, al repertorio e rispettivi organici utilizzati e soprattutto alle scelte interpretative. I rapporti non solo umani ma anche professionali con Toscanini ancora si limitano all'aneddoto. Dove il testo diventa un saggio, appare ben chiaro come la produzione liederistica venga considerata l'espressione artisticamente più riuscita della produzione mahleriana. Le argomentazioni, pur nella loro solidità e plausibilità, lasciano spesso il dubbio che, per quanto il valore artistico possa essere un dato non soggettivo, la valutazione finale dell'autore risponda alle sue personali preferenze. Gli spazi dedicati all'analisi musicale sono pagine del tutto inaccessibili ad un lettore privo di competenze musicali più che solide e non credo siano strettamente necessarie per apprezzare la musica non solo di Mahler. L'epilogo resta la sezione più riuscita e equilibrata di tutta l'opera, il punto in cui al lettore, magari non sempre concorde con quanto finora esposto, risulta finalmente chiaro il senso di eros e thanatos dichiarati dal titolo ed attesi per tutto il libro.
IL PROBLEMA DI MAHLER E DELLA SUA PRODUZIONE E' CHE SI DIMOSTRA A TUTTO CAMPO NON SOLO MUSICALE MA UNA FORMA ESTREMAMENTE SFACCETTATA DI "STATI D'ANIMO", TRADOTTI NELL'INFINITO DEL TEMPO, SCANSIONATO DA VOCI POLIEDRICHE AFFACCIATE SUI RICORDI E SULLE VARIAZIONI MOLTEPLICI DEL MONDO.
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