Il «Faust» di F. W. Murnau

Si tratta di uno studio rigorosissimo indispensabile agli specialisti di storia "filologica" del cinema tedesco. L'autrice prende in esame le varianti manoscritte e dattiloscritte (tutte opportunamente riprodotte nella sezione dei "Documenti") che lo stesso Murnau ha apportato alla sceneggiatura di Hans Kyser del suo "Faust", mettendo in luce la peculiare operazione ermeneutica del regista, finalizzata alla realizzazione ambiziosa di un vero e proprio "poema per immagini" che si sarebbe dovuto affiancare, e non sovrapporre, al capolavoro goethiano. In tal senso va letta una curiosa dichiarazione di Murnau riportata da Elena Gremigni nell'ultima pagina del testo: "Murnau ebbe modo di dichiarare che se Goethe fosse vissuto nel XX secolo avrebbe apprezzato il cinema più della poesia e avrebbe desiderato occuparsi non tanto della sceneggiatura o della recitazione, bensì dello specifico filmico, realizzando riprese grandiose come quella del volo sul mondo di Faust e Mefisto" (p. 184). Il lettore non specialista avrà modo di apprezzare, nell'attenta analisi dell'autrice, come nella genesi di un capolavoro cinematografico qual è il "Faust" di Murnau intervengano molteplici fattori, non ultima l'ossessione quasi kubrickiana ante litteram del regista di trasformare il confronto con un testo letterario pre-esistente in un'occasione per riformulare il mondo poetico di un altro nei termini e nei codici estetici del proprio.

Questo volume, apparentemente di nicchia e per addetti ai lavori, fornisce un esempio lungimirante di seria ricerca filologica, restituendoci fin nei dettagli il complesso lavoro di analisi e revisione che guidò Murnau nella stesura del 'Faust': un'encomiabile ricostrustruzione di un'epoca, oltre che di un artista. Eccellente