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Una sola moltitudine. Testo portoghese a fronte. Vol. 1 - Fernando Pessoa - copertina
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sola moltitudine. Testo portoghese a fronte

Descrizione


«Il nome di Fernando Pessoa esige di venir incluso nella lista dei grandi artisti mondiali nati nel corso degli Anni Ottanta: Stravinskij, Picasso, Joyce, Braque, Chlebnikov, Le Corbusier». Così ha scritto Roman Jakobson. Ma se, nel caso degli autori citati, l’opera è più che nota, nel caso di Pessoa le scoperte e le sorprese sembrano non finire mai: dopo la sua morte (1935), fino a oggi, dal baule prodigioso dei suoi manoscritti sono continuati a uscire testi che rendono sempre più intricato e vertiginoso il mondo di questo scrittore, di cui si può dire – ed è una pura constatazione – che più che uno scrittore fu un’intera letteratura.
Si immagini infatti un Paese (il Portogallo) che vive per vent’anni (dal 1914 al 1935) un’età dell’oro della letteratura: poeti, saggisti, prosatori, dalle fisionomie inconfondibili e a volte incompatibili, tutti però di altissima qualità, vi operano insieme, si incontrano, si scontrano. Uno sperimentatore violento e straripante, suscitatore di avanguardie, come Álvaro de Campos, un desolato nichilista come Bernardo Soares, un poeta metafisico ed ermetico come Fernando Pessoa, un neoclassico come Ricardo Reis e, dietro a tutti, un maestro precocemente scomparso: Alberto Caeiro. Ebbene: tutti questi autori, tutte queste opere, tutti questi destini furono «una sola moltitudine», perché nascevano tutti dall’invenzione dissociata e proliferante di una sola persona, l’anagrafico Fernando Pessoa, oscuro impiegato di una ditta di Lisbona, dove aveva l’incarico di scrivere lettere commerciali in inglese. E quelli che abbiamo citato sono solo i più importanti fra gli scrittori ‘inventati’ da Pessoa: finora i suoi manoscritti hanno rivelato tracce e frammenti di ventiquattro autori.
«Sii plurale come l’universo!» sembra essere stato l’imperativo unico di Pessoa. Nato con una «tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione», Pessoa ha spinto quella pratica della dissociazione che è all’origine di tutta la letteratura moderna, ma anche del pensiero (e Pessoa si trova al temibile crocicchio delle due forme), alle sue conseguenze più estreme e paradossali, trascinandoci «fra anime e stelle, attraverso la Foresta delle Paure», in un luogo misterioso (Pessoa stesso) dove «in ogni angolo c’è un altare a un dio differente». Ma le Odi sontuosamente pletoriche di Álvaro de Campos come le criptiche liriche rosacrociane di Pessoa ortonimo come le angosce statiche di Bernardo Soares dipendono tutte da uno stesso punto occulto: la certezza che la vita non basta, e che quella mancanza è traversata da una lama metafisica: «manca sempre una cosa, un bicchiere, una brezza, una frase / e la vita duole quanto più la si gode e quanto più la si inventa». Con implacata lucidità, Pessoa ha voluto inventarla sino all’estremo limite. Ironico fino in fondo (le sue ultime parole furono: «Datemi i miei occhiali»), accennò una volta anche all’utilità pratica del suo invisibile delirio: «Trasformandomi così, come minimo in un folle che sogna ad alta voce, come massimo non in un solo scrittore, ma in tutta una letteratura, anche se ciò non servisse che a divertirmi, il che sarebbe per me già tanto, contribuisco forse a ingrandire l’universo, perché colui che, morendo, ha lasciato scritto un solo verso bello ha reso i cieli e la terra più ricchi e più emotivamente misterioso il fatto che esistano stelle e gente».

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Dettagli

1979
9 aprile 1979
445 p., ill.
9788845903762

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Enrico
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Testo capitale per gli amanti di Fernando Pessoa. Tabucchi crea un vero e proprio capolavoro in questo volume, raccogliendo i maggiori scritti di uno dei poeti più importanti del Novecento. Figura davvero eccentrica quella di Pessoa, che attraverso il processo eteronimico regala al mondo un vero e proprio baule pieno di gente. Obbligatorio per gli amanti della poesia del 900.

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Giancarlo Locarno
Recensioni: 5/5

Il volume è una ricca collezione di scritti, soprattutto poesie, di Ferdinando Pessoa, e degli eteronimi Bernardino Soares, Alberto Caeiro e Alvaro de Campo. Potrebbe intitolarsi anche “molte solitudini”, perché la solitudine è il tema dominante. Una solitudine autoimposta, una voluta fuga dagli affetti e dall’amore. Le Poesia di Pessoa ortonimo sono vagamente surrealiste e si muovono in atmosfere misticheggianti. Alvaro de Campos è un futurista nella versione marinara, una voce più reboante, che finisce in un delirio quasi Nietzschiano con il suo “ultimatum”, un bel libro che vale davvero la pena di leggere.

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Voce della critica


(scheda pubblicata per l'edizione del 1984)
scheda di Rondolino, F., L'Indice 1984, n. 1

Si completa con questo secondo volume (vol. 1, Adelphi, 1981) la scelta di testi che Antonio Tabucchi, cultore affezionato dell'opera plurale di Fernando Pessoa, ha curato per l'Adelphi, con la collaborazione di Maria José de Lancastre, sotto il titolo emblematico e suggestivo di "Una sola moltitudine".
Agli scritti di Bernando Soares e Alvaro de Campos (vol. 1) si aggiungono ora le liriche di tre fra i più importanti eteronimi pessoani: le "Odi neoclassiche" del medico di Oporto Ricardo Reis; il poemetto bucolico e antinomialista "Il guardiano di greggi" del "maestro" Alberto Caeiro, e l'unico testo dell'eteronimo "straordinario" Coelho Pacheco, "Al di là di un altro Oceano", che, nelle parole del curatore, "costituisce un flagrante esempio delle virtù di precursore di Pessoa sulle avanguardie storiche - europee, nella fattispecie sulla surrealista 'écriture automatique', e possiede il valore di un reperto culturale prezioso per la storia delle avanguardie letterarie nell'area romanza". Completano la raccolta tre testi del Pessoa ortonimo: il messianico "Messaggio", unico volume di versi portoghesi pubblicato in vita dal poeta nel 1934, intriso di un patriottismo metafisico e decadente; il poemetto inglese "Antinoo" (1918), che canta in cadenze shakespeariane l'amore dell'imperatore Adriano per il giovinetto; e il "Primo Faust (appunti per un poema, 1908-1933)".
L'introduzione di Antonio Tabucchi, che completa il più ampio saggio critico premesso al primo volume, con l'aggiornamento bibliografico (198l -84), le note conclusive sui brani antologizzati (di M. J. de Lancastre) e la scelta di edizione con il testo a fronte contribuiscono senz'altro a fare di "Una sola moltitudine" una tappa importante del costante impegno di divulgazione, oltreché di studio, dell'opera pessoana da parte del curatore.

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Conosci l'autore

Fernando Pessoa

1888, Lisbona

Il suo nome completo era Fernando António Nogueira Pessoa. Orfano di padre all’età di sette anni, dopo le seconde nozze della madre con il comandante Rosa, console di Portogallo a Durban, seguì la famiglia in Sudafrica. Studiò nell’università di Città del Capo. Nel 1905 fece ritorno a Lisbona, dove cominciò a lavorare come corrispondente commerciale. Conosceva l’inglese alla perfezione e in questa lingua scrisse poesie sin dai tredici anni. Nel 1908 cominciò a scrivere poesie in lingua portoghese. Svolse un’intensa attività culturale come animatore dei circoli letterari di Lisbona e attraverso le riviste che fondò e diresse. Esercitò così un’influenza decisiva per l’avvento...

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