La nube purpurea

Sicuramente una perla ingiustamente dimenticata della fantascienza vecchio stampo. Premessa geniale e una prima parte decisamente travolgente, anche se purtroppo nel complesso non ha superato la prova del tempo.

Tra i precursori del genere fantascientifico-distopico, "La nube purpurea", non dimostra gli anni che ha (120!) mostrandosi attuale e facilmente approcciabile da qualsiasi lettore. La prima parte del romanzo è senza dubbio la migliore: trama intrigante e personaggi interessanti. La parte centrale, a mio modesto parere, scende notevolmente di livello, scadendo in una ripetitività quasi infinita che indubbiamente ben chiarisce la condizione in cui si viene a trovare il protagonista, ma che inevitabilmente porta il lettore a fare qualche sbadiglio di troppo. Finale in ripresa e coerente con l'arco narrativo che lo ha preceduto.

Una Pompei apocalittica, romanzo coinvolgente e inquietante. "La Nube Purpurea" di Shiel pare ispirarsi all'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. solo con una portata più devastante che coinvolge tutto il pianeta. Una nube purpurea che uccide sul colpo l'uomo facendolo rimanere quasi mummificato, cristallizzato. Il romanzo si sviluppa alla stregua di un mito cosmologico: un cataclisma spazza via l'intera umanità, eppure solo due esseri umani, un maschio e una femmina, riescono a sopravvivere, ad essi non rimane che un unico compito: ripopolare il mondo. Ma sarà ancora l'epoca dei grandi miti? Di certo Shiel è scettico, così come è restio a credere che l'uomo oggi sia generoso e improntato ad una visione collettiva per la salvaguardia della specie. Così l'individualismo, male dell'uomo rischia di prevalere, gettando nel contempo i miti in un grosso buco nero. La speranza sarà anche l'ultima a morire, oppure la prima, quel che è certo che lo scenario di Shiel pone parecchi interrogativi sulla direzione verso cui l'uomo sta andando. Ottima opera per avvicinarsi al filone della fantascienza apocalittica e post apocalittica!