Incontri con uomini straordinari

Un libro che, mi basta dire, porto sempre con me, come fosse una Bibbia. Un libro che mi ha aperto gli occhi sul mondo, nonostante possa contenere tante storie di fantasie accanto a straordinari eventi effettivamente vissuti dall'autore.

Un libro che va letto principalmente tra le righe e che è una variopinta introduzione alla complessa personalità di Gurdjeff, propedeutica alla ricezione dei libri che più chiaramente ne dimostrano il sofisticato "Sistema", elaborati principalmente dall'allievo Uspensky. Imprescindibile per chiunque intenda iniziare una difficile ricerca sulle orme del grande scrittore e maestro armeno.

Se la saggezza risiede in “Oriente” come si suol dire (scoprirete più avanti perché) questo libro scritto da un “orientale” (orientale tra virgolette) deve allora essere un manuale su grandi misteri. E lo è eccome! Si tratta fondamentalmente dell'autobiografia del narratore, un racconto della sua formazione tra lestofanti e santoni inframezzato da proverbi e parabole. Leggendo il libro sorge l'impressione di ritrovarsi tra l'umanità di qualche rione del cosiddetto “Occidente”, in effetti il senso di tutta la narrazione è di uscire dalla “Letteratura Occidentale” cioè dall'estetismo e dall'informazione per approdare ad un risveglio. Anche l'autore si è risvegliato: ha vissuto, ha viaggiato, ha conosciuto persone e di loro ne ha trasmesso i ricordi, i contributi del loro essere al suo. Ovviamente non è necessario un “Pellegrinaggio In Oriente”: basta farsi un giro in periferia ma ci sarà poco li di favoloso.