Considerazioni di un impolitico

"...compromesso come fu con la barbarie nazionalista". Chi, Thomas Mann? Devo proprio essermi perso qualche puntata. Ma se già nel '30 parlava alla borghesia tedesca invitandola ad abbracciare la socialdemocrazia! Se nel '33, a seguito delle polemiche suscitate dalla conferenza 'Dolore e grandezza di Richard Wagner', suscitò proteste in seno al partito nazionalsocialista e Mannn, saggiamente, lasciò la Germania! Dove ha preso queste informazioni Bak non saprei proprio dire.

Criticabile finché si vuole dal punto di vista politico, strepitoso e sconvolgente dal punto di vista letterario. Thomas Mann scandalizza, quasi irretisce grazie alla prosa solenne, agli squarci lirici, alla sua smisurata cultura. Mi ha ricordato un aforisma di Heidegger: "Chi pensa alla grande ha il diritto di sbagliare alla grande". Difficile dargli credito sino in fondo, compromesso come fu con la barbarie nazionalsocialista: allorché l'impolitico Mann si schierava, con minor vigore e incisività (se si esclude "Fratello Hitler") ma più intelligenza, dalla parte delle democrazie, senza amarle, d'accordo, ma mostrandosi immune quanto pochi altri alle limacciose lusinghe della tirannide.