Salons

Da Geometria dell'esorcismo (meditazione manganelliana ispirata da una scultura africana, una maschera di legno raffigurante un inquietante volto umano):"...una statua congolese, una maschera del Benin indicano nitidamente come la parola "arte" (in Africa) sia in realtà un eufemismo sociale, inteso a tenere a bada i demoni senza i quali non ci sarebbero forme; perchè le forme vestono inafferrabili venti ctonii, danno volti a ululati mentali, saldano le allucinazioni, le tentazioni della demenza. ....il plasmatore vede nell'ipotesi di figura umana, un'allusione animale, un segno infero e un'insegna regale, un indizio di danza e un copricapo bellicoso e cerimoniale; il sasso, la bestia, il fiore confluiscono in un'invenzione del mondo che non rinuncia mai alla propria terribilità. Ogni statua infatti allude a un maleficio, include un incantesimo, partorisce uno sgomento sacro, pronuncia un esorcismo....Tutto, gesto e cosa deve propiziare o scongiurare, difendere o consacrare. ...l'intaglio, lo sfregio, ogni immagine è cicatrice e amuleto". Più weird, più lovecraftiano di così...magnificamente, intimamente ctonio...eppure quanti esperti, quanti "docenti e sacerdoti" in letteratura dell'inquietante, hanno citato, o celebreranno mai certe opere di uno scrittore di questa "portata" letteraria, padrone della forma e della sostanza? Vero e rarissimo multistrato concettuale, contenutistico, d'inarrivabile forma esteriore, multiverso d'astrazioni, ossimori avernici e inabissamenti letterari in torbidissime paludi d'infezioni intellettuali.

Autentico gioiello letterario che sia per formato (componimenti brevi), che per stile e contenuti eguaglia la meraviglia di Centuria. L'editore F. M. Ricci pose all'attenzione di Manganelli 35 immagini d'arte, fra quadri, fotografie e quant'altro, anche qualcosa di più prosaico, e per ogni immagine l'autore scrisse ciò che la figura stessa ispirava alla sua sterminata immaginazione. Sarà anche un testo raro (160 pagine), ma 35 euro di listino sono un'assurdità, io sono riuscito ad acquistarlo nel mercato dell'usato e di certo Adelphi, economicamente parlando, non avrebbe bisogno di simili politiche editoriali

Eheheh... Manganelli conosce la lingua italiana in maniera più che perfetta. Le parole danzano sul foglio unendosi in una sorta d'amplesso armonico e delizioso. Puro lirismo. Lettura destinata a pochi. Ebbene sì, mio malgrado.