Colpo di luna

Joseph Timar si imbarca da La Rochelle pieno di entusiasmo per il radioso futuro che lo attende nella colonia francese del Gabon. Il potente e facoltoso zio gli ha infatti promesso un impiego poco faticoso e ricco di soddisfazioni. Una volta raggiunta la sua meta prende alloggio all'Hotel Central, semplice e vivace pensione che la sera funge da ritrovo per i francesi che in questa località hanno ricostruito la loro vita, magari dopo aver affrontato grane giudiziarie in patria. Joseph stà appena iniziando ad abituarsi a quell'ambiente soffocante e misterioso che un omicidio prende corpo. Essendo la vittima del delitto un domestico della pensione, nessuno sembra darsi troppa pena dell'accaduto tanto che decidono di iniziare Joseph ad una delle loro serate con le donne indigene del luogo. Il giorno seguente giunge inaspettata la notizia che anche il padrone dell'Hotel Central, da tempo affetto da una malattia tropicale ricorrente, ha avuto nottetempo un malore che gli è stato fatale. Sua moglie Adèle, melliflua e sensuale, non si scompone e dà prova di grande pragmatismo proponendo a Joseph di andare via insieme,acquistando una concessione demaniale molto proficua che suo zio, certo, non avrà difficoltà a fargli assegnare. Impiegherà molto tempo, Joseph, per accorgersi della ragnatela nella quale è stato imprigionato, e sarà proprio la sua incapacità di adeguarsi al sistema corrotto e violento nel quale è precipitato a segnare l'epilogo della sua esperienza in Gabon. Un romanzo magnetico, questo di Simenon, che ti attrae per il ritmo sinuoso con il quale disegna questa atmosfera infernale in cui nulla è come sembra. Molto bello.

La sensualità di Simenon mi soggioga sempre. Ma appena dietro questa c'è sempre un'altro tema che mi turba molto, è quello dell'alienazione del personaggio descritto rispetto al contesto sociale in cui opera e verso il quale ad un certo punto entra in aperto conflitto e quindi in rottura. E' un'idea di ribellione che mi piace perchè al pari della sensualità mi suggerisce un'idea di libertà. Spesso nei romanzi di Simenon si percepisce una tensione impalpabile che neanche i personaggi riescono a capire bene, fatto che aumenta ancor di più l’ansia di trovare punti solidi di riferimento per orientarsi, ma non ci riusciamo. Simenon invece ci riesce, tanto che ricrea quell’inquietudine alla perfezione e ci fa entrare nelle teste dei personaggi per viverla. Come sempre, bellissimo romanzo. Atmosfera coloniale/hard boiled, un pò insolita, ma scorre molto bene.

A Libreville, in Gabon, da una parte c'è la comunità dei " negri", dall'altra quella dei " bianchi" che contano, il governatore, il procuratore, i commercianti di legname; tutti vanno a letto con Adèle, proprietari dell'Hotel Central, sempre " nuda sotto la seta nera del vestito". Da Adèle " prorompeva un'intensa sensualità, che pervadeva dalla testa ai piedi il suo corpo pienotto di donna". A scombussolare le carte, in questo mondo chiuso, arriva, dalla Francia, Joseph Timar, di ventitré anni, per lavorare in una ditta ormai sull'orlo del fallimento. Joseph si innamora, di un amore torbido di Adelè. Da questa avventura Timar ne uscirà stritolato, angosciato e paranoico e di notte " avrebbe avuto il suo colpo di luna, la sua crisi, come si dice,...". E' un bel racconto ma non è il Simenon che mi piace.