Al paese dei Tarahumara e altri scritti

“Tutta la scrittura è porcheria. Le persone che escono dal vago per cercar di precisare una qualsiasi cosa di quel che succede nel loro pensiero, sono porci. Tutta la razza dei letterati è porca, specialmente di questi tempi”.

Questo libro per certi versi mi ha ricordato l'atmosfera, la grande magia dei libri esoterici di Carlos Castaneda. Forse un anticipatore, ma in ogni modo un testo che butta l'occhio dall'altra parte, alla mistica dei riti sciamanici del centro America, spesso etichettati dai cattolici come riti diabolici, il che non è assolutamente vero, può a volte degenerare, un pò come tutti i riti, ma dipende sempre dall'intento degli officianti, ma in sè, non è affatto un male. Un libro denso, magmatico, colmo di strani spifferi e sussurri...

La raccolta contiene la testimonianza più sconvolgente che Artaud ci abbia lasciato: gli scritti sul suo soggiorno al Messico, fra le tribù primitive del Tarahumara, e sulla sua iniziazione al rito del 'peyotl', completano il volume sei altri testi essenziali, che forniscono al lettore la traccia per seguire, nella sua drammatica parabola, la vita di un uomo d'eccezione