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Non riesce proprio a crederci il commissario Maigret: lo scrupoloso e scalognato ispettore Lognon, stimato per la sua devozione al lavoro ed alla moglie malata, trascorre tutte le notti nell'appartamentino di una signorina in avenue Junot. Proprio di fronte allo stabile, una gelida notte, viene gravemente ferito da un uomo che lui chiama " il fantasma". Come già in " Maigret e l'affittacamere" e "Maigret si difende" Simenon reinterpreta il tema del mistero racchiuso dietro le finestre di fronte. Un indagine appassionante, impreziosita dallo stile semplice e sofisticato di Simenon.
Cosa aveva scoperto l'ispettore Lognon del XVIII arrondissement di così importante da non farne parola con nessuno? Quale caso gli avrebbe consentito finalmente di far carriera? Sarà Maigret a portare a termine le indagini iniziate dal suo collega soprannominato il "lagnoso" e ad indagare su chi nel cuore della notte ha tentato di metterlo a tacere. Un caso complicato che ha al centro inganni e raggiri. Bel giallo, scritto magistralmente, anche se l'argomento e le tematiche su cui ruota il lavoro investigativo di Maigret in questo caso non mi hanno coinvolto moltissimo. La bellissima la scena del pranzo fra Maigret e la moglie è sicuramente uno dei momenti da tenere a mente e rileggere più volte volentieri.
L'agente Lognon, del XVIII arrondisment, viene ferito gravemente in avenue Junot, dove da quindici giorni stava seguendo un caso, all'insaputa dei suoi colleghi. Per Maigret il poliziotto Lognon è lo Iellato; sembra che abbia il dono di attirarsi tutte le disgrazie. "Spesso lavorava a un caso per settimane senza farne parola con nessuno...Già, perché al povero Lognon capitava sempre che i meriti se li prendessero gli altri al posto suo!". La moglie non gli perdonava tutto ciò e neppure gli perdonava che non facesse mai carriera e si vendicava stando a letto, sempre ammalata. Maigret è affezionato a Lognon. Alla fine Maigret risolve il caso ma i giornali non pubblicano la sua foto, bensì quella di Lognon. Lo Iellato ha così il suo momento di gloria. Una notazione: quando Maigret telefona alla moglie " non si chiamano mai per nome, né con appellativi tipo 'caro' o 'tesoro'. A che scopo, visto che, in un certo senso, si sentono un'unica persona?". E' veramente una bella storia d'amore, anche se Maigret non l'ammetterebbe mai.
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