Faubourg

Breve romanzo dove l'Autore tratteggia con la solita maestria un personaggio dal passato dubbio e dalla moralità molto discutibile che torna a vivere nel suo paese natio dopo una lunga assenza. Da essere un piccolo protettore della prostituta Lea a diventare marito di una donna non amata ma ricco proprietario il passso sarà breve, ma... Peccato per il finale veramente affrettato che non rende assolutamente merito al resto del racconto, come se Simenon si fosse improvvisamente stufato del soggetto...

Dopo 24 anni di truffe e lavoretti umilianti, Renè de Ritter ritorna nella sua città natale in compagnia della prostituta Lea con in mente tanti progetti di prosperità e riscatto. Ovviamente nessuno di questi contempla un faticoso e legale impiego.A dispetto del contegno elegante e morigerato, l'uomo cova un sordo rancore per tutti coloro che hanno popolato la sua giovinezza in città, incolpandoli per la loro vita comoda, a partire da sua madre, la vedova Chevalier, che nel riabbracciare il figlio percepisce il brivido dell'imminente ed inevitabile tragedia . Renè ,invece, spinto dal bisogno d'avventura a diciotto anni si è arruolato e con il suo talento di millantatore vanta amicizie in alto loco ed esperienze entusiasmanti in giro per il mondo che gli fruttano,a loro volta, considerazione ed un prestigioso incarico. Fatta eccezione per la galera a Panama da cui è scappato, e che gli basta evocare per spezzare ogni resistenza nel suo interlocutore ed ottenere pietà e approvazione. Ci sa proprio fare De Ritter con le persone ed in poco tempo diventa uno degli uomini più ricchi e rispettati della città. Il problema è che non sa porre un limite alle sue bugie e queste finiscono per mescolarsi alle realtà e,come gli dice Lea,non sa più ciò che vuole. Le sue avventure, irrimediabilmente segnate da una cattiva stella, si concludono con un altra fuga quando anche questa nuova esistenza inizierà a scricchiolare. Peccato però, perché stavolta ci aveva creduto davvero. Un libro scorrevole ed appassionante, ma non mi ha incantato come altri romanzi simenoniani.

René de Ritter a diciotto anni aveva lasciato il piccolo paese di provincia, dove abitava con i genitori, e vi ritorna dopo ventiquattro anni, all'età di quarantadue anni. Il padre è morto, la madre è ormai vecchia e soffre di mille dolori; in tutti quegli anni non li aveva mai cercati. De Ritter aveva lasciato il paese perché lo disprezzava, come pure disprezzava la "gentucola" che lo abitava. Adesso è ritornato e guarda " con un sorriso carico di disprezzo la gente che passava. Era l'ora di chiusura degli uffici e dei negozi, e tutte quelle persone che ne uscivano e si muovevano nella stessa direzione facevano pensare a un gregge. Lui non aveva mai voluto essere una pecora, ecco la verità!". In realtà, in quei ventiquattro anni, non aveva concluso niente, aveva girato il mondo ma era vissuto di espedienti, frodando la gente, rubando, truffando e finendo persino in galera per due anni a Panama. Adesso che è ritornato, pur provando schifo per quel posto, pensa " che ormai non avrebbe più lasciato quella città". Il cerchio che si era aperto quando aveva diciotto anni adesso, a quarantadue anni, si richiude e si richiude definitivamente.