Il grande massacro dei gatti e altri episodi della storia culturale francese

Mentre qualcuno continuava ad ammonticchiare paglia su cui ardere punitivamente la vita di una strega, altri, in angoli più riflessivi e negli stessi decenni, iniziavano a chiedersi chi e cosa fosse un intellettuale. Mentre le nobili incrostazioni del folklore stentavano a cedere al lucido canto del progresso dei "lumi", l'impronta borghese pian piano si imprimeva in pagine cittadine in modo sempre più intenso, ridefinendo titoli, ruoli, e impostando in chiave senz'altro rinnovata un modello di società. In due periodi certo molto semplificati ecco il magnifico sfondo a cui aprono queste pagine, lo scavo in quello che l'autore - non smettendo mai di interrogarsi su di esso - chiama la storia della mentalità. C'è in sostanza un punto nella storia sociale, sottile talvolta o via via evidente in altri casi, in cui la sterzata del nuovo inizia a mostrarsi e venire alla luce, un'alba che riordina il mondo per stare testualmente a un capitolo di questo racconto. Mentre in sostanza la fiaba o la leggenda rimanevano tracce profonde nel mondo contadino, ecco gli archivi della polizia a svelare la nuova figura criminale, ecco le folgori di un cielo rivoluzionario, l'Encyclopedie, coi suoi tutori geniali, i D'Alembert, i Diderot, uomini che non vissero affatto rilassati quei tempi, quelle dinamiche, quei mutamenti. L'Opera comica non smette di incantare coi suoi teatrini girovaghi, e accanto ad essa gli operai iniziano ad alzare la voce su diritti che li comprimono. Meravigliosa impossibilità ad ordinare in un "metodo" la sfaccettata impronta di un'epoca, impossibile sforzo su un'uniformità sociale, su una storia di ibridi e confusioni in movimento, dove un massacro di gatti può diventare perno e brezza di cronache non irrilevanti. Perché? Cosa c'è dietro questi racconti? Ecco l'indagine finissima a cui apre questo lavoro, un maneggiare le fonti fra ondate e chiarori mai stabili, fra paesaggi urbani e campagnoli senza identità fissate, ma nel vortice che li muta. Splendido!