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George Orwell. Contro il totalitarismo e per un socialismo democratico
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Descrizione


"Ogni riga di lavoro serio che ho prodotto dal 1936 l'ho scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e per il socialismo democratico così come lo intendo io." Questa affermazione, tratta da un saggio del 1946, può essere letta come la più efficace sintesi dell'imponente produzione di Orwell, rappresentazione di un ininterrotto percorso politico attraverso e dentro la storia, dall'inizio degli anni Trenta fino alla pubblicazione del suo ultimo romanzo. Su questa linea di indagine, che coinvolge le nozioni di progresso, storia e religione, si innesta inoltre una sempre più attenta analisi delle relazioni tra arte e politica e soprattutto la lucida percezione del pericolo totalitario.
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Dettagli

2005
22 aprile 2005
464 p.
9788846465177

Voce della critica

George Orwell non è stato solo un grande scrittore, ma anche un pensatore politico originale. Logico, perciò, che la Fondazione Luigi Firpo abbia voluto dedicargli, nel febbraio 2005, un convegno, di cui questo volume presenta gli atti. In particolare, l'autore inglese è apprezzato per la descrizione della mentalità totalitaria e per la critica al comunismo che troviamo nei suoi due ultimi e più famosi romanzi. Il breve e apertamente satirico Fattoria degli animali, nel quale si traspongono in maniera appena velata le vicende del regime sovietico, e l'ossessivo e coinvolgente 1984, dove abbiamo una impareggiata descrizione del funzionamento di un regime totalitario, dei suoi metodi di manipolazione della realtà e di condizionamento delle coscienze. Tuttavia in questi libri, e soprattutto nell'ultimo, Orwell riprende e sviluppa, sia pure in forma narrativa, osservazioni e analisi che era andato svolgendo e mettendo a fuoco negli anni precedenti, in un personalissimo e sofferto itinerario a cavallo fra politica e giornalismo. Opportunamente, le varie relazioni si dividono, per così dire, fra il testo e contesto. Un buon numero di interventi si concentrano sull'opera letteraria orwelliana, rintracciandone i motivi ricorrenti, i riferimenti culturali, le fonti d'ispirazione. In questa disanima a più voci la parte del leone tocca ovviamente a 1984, ma anche altre opere non passano sotto silenzio, a cominciare da Omaggio alla Catalogna, in cui Orwell ha descritto la sua esperienza di combattente nella guerra civile spagnola. Numerosi altri interventi illustrano il dibattito culturale e politico dell'entre-deux-guerres in numerose sfaccettature: dai romanzi distopici coevi al clima culturale e ideale dell'Inghilterra e dell'Europa, alle discussioni economiche, ai primi critici di sinistra del sistema bolscevico.
  Maurizio Griffo

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