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Il Rapporto mette inoltre bene in luce come nel corso di un anno in questo caso il 2005 possano emergere questioni in precedenza considerate di minor peso o comunque con minore visibilità. + infatti divenuto centrale il problema delle "periferie" tema sul quale gli eventi francesi hanno risvegliato interesse e preoccupazione e si è sempre pi· acceso il dibattito sulla presenza dell'islam come religione e come cultura nelle nostre società occidentali.
Dati e trend relativi alle "nuove famiglie" sono descritti da Antonio Marazzi tenendo conto degli effetti della legge Bossi-Fini che ha limitato il numero degli ingressi destinati al mercato del lavoro e ha viceversa contribuito a far aumentare il numero degli arrivi per ricongiungimento familiare: 470.000 sono stati i permessi di soggiorno concessi nel 2003 per "motivi familiari". Sulla base di dati come questi diventa evidentemente sempre pi· necessario mettere a fuoco problemi e politiche connessi al funzionamento delle scuole e dei servizi di ogni genere e la pesantissima questione degli alloggi. Ma va anche articolata û molto pi· di quanto nel dibattito e nelle cronache dei giornali si faccia û la prospettiva sulla "famiglia immigrata": con lucidità viene qui rivolta attenzione alla pluralità delle condizioni e delle provenienze dei progetti. Parlando dell'esperienza delle donne in particolare o come anche si dice dei "gruppi domestici" viene fatto riferimento a una ricerca recente condotta in Lombardia (ma sono molto numerosi gli studi nei diversi contesti territoriali del paese) e si indicano prospettive di approfondimento che fanno capire la varietà e la complessità dei processi in atto. E si dovrebbe guardare al futuro in termini di politiche da adottare di crescita della consapevolezza rispetto ai mutamenti in atto di dinamiche sociali e culturali.
Altri temi vengono affrontati le iniziative della "società civile" appunto la questione dell'islam oggi in Italia divenuta centrale per effetto di drammatici eventi internazionali e a Milano in particolare dopo la decisione di chiudere la scuola islamica di via Quaranta. Nell'ultima parte del volume si richiamano elementi che caratterizzano lo "scenario internazionale" e quello europeo in particolare per effetto di iniziative politiche o eventi recenti. Molti gli aspetti contraddittori drammatiche le conseguenze per numeri altissimi di esseri umani.
Giuseppe Sciortino affronta la questione del "controllo delle frontiere": analizza le misure messe in atto per impedire gli ingressi "illegali" ma anche il fatto che ci sono diversi sistemi e organizzazioni attivi nel gestire il "traffico" che si adattano e cambiano. Tempestivo e ben documentato è il capitolo di Laura Davi sul "caso libico" che delle pratiche poste in essere "di concerto con le autorità italiane" per la detenzione o il "rimpatrio" dei migranti respinti in Libia e poi eventualmente avviati verso i paesi da dove erano partiti mette in luce i costi (anche in senso finanziario) ma soprattutto ci= che non si viene a sapere.
Salvatore Palidda presenta una attenta analisi delle politiche introdotte dal governo Zapatero per realizzare una gestione positiva delle migrazioni irregolari. Di recente sono emersi dati su conseguenze sottovalutate o forse inattese di alcune di queste misure. Bloccati con l'introduzione di controlli elettronici sul Mediterraneo gli arrivi dalle coste del Marocco oggi si assiste a un numero crescente di naufragi (e di morti) nei pericolosi viaggi per mare verso le isole Canarie da lontani paesi della costa africana. Difficoltà e tragedie segnano (inevitabilmente?) i processi e le politiche delle migrazioni.
In vari punti di questo volume si trovano elementi per cominciare a costruire quella visione d'insieme finora assente dalle analisi e dal discorso pubblico (e ignorata nelle elaborazioni e nelle proposte politiche) che comprende "loro" e "noi". A che punto siamo in Italia e in Europa rispetto a quel che sta succedendo a "loro" e a "noi": nelle famiglie nel lavoro nelle città nei rapporti e nei pregiudizi nella paura e nella fiducia a livello locale e a livello internazionale?
Questo elenco di interrogativi che potrebbe ovviamente essere molto pi· lungo vuole suggerire che letture come questa riguardano ogni aspetto del nostro vivere e che anno dopo anno si pongono nuove in gran parte difficili questioni. Serve allora questa lettura per sfuggire al rischio di "semplificare": portiamo nel nostro discorso pubblico e nell'agenda politica la consapevolezza di un futuro che sarà segnato da processi di cambiamento e da (vecchie e nuove) difficoltà.
Laura Balbo
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