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I sensi del viaggio - Rossana Bonadei - copertina
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I sensi del viaggio - Rossana Bonadei - copertina

Descrizione


Concepiti separatamente per occasioni diverse, e presentati per la prima volta insieme, i testi di questo libro ruotano attorno ad alcune costanti tematiche che riguardano lo spazio, il viaggio, il senso, con una particolare attenzione per la prospettiva discorsiva e critica generata in ambito occidentale, per lo più anglosassone. Fu soprattutto inglese la conquista e la mappatura degli antipodi australi - una meta "estrema", immaginata e mitizzata fin dall'antichità ma legata alle imprese di Cook e Darwin.
Venivano soprattutto dall'Inghilterra i "grandturisti" che nel '700 invasero l'Italia, eleggendola a meta d'eccellenza del Grand Tour e inventando tra l'altro un mercato dell'arte destinato a ridisegnare il paesaggio europeo. Fu il reverendo Gilpin a codificare il pittoresco, vera e propria piattaforma estetica per l'escursionismo settecentesco e per il nascente "sguardo turista", come fu un tale Thomas Cook a inventare il viaggio organizzato (allora in treno), e a tracciare gli itinerari intercontinentali di quel Grand Tour ottocentesco che confermava l'idea di un viaggio che ha a che fare con il controllo dello spazio. Comunque lo si guardi e lo si racconti, il viaggio è sempre un modo specifico di occupare altri spazi - spazi di altri - un "moto a luogo" per il quale si generano relazioni, incontri e scontri, negoziazioni e soprusi, discorsi.
Quello che si inscrive in un viaggio è un senso mediato, che si costituisce all'incrocio tra antropologia e cultura, costruito dai molti sguardi e racconti degli indigeni e dei viaggiatori, e dai complessi discorsi generati e assorbiti tra passato e presente. E quando il transito accelera e le mediazioni si moltiplicano, come per le odierne società della mobilità radicale descritte negli ultimi capitoli, il discorso sui luoghi si addensa e il senso si fa mediatico, sino a creare una "economia della trasgressione" o luoghi concettuali altrimenti impensabili, come nel caso della "letteratura per l'aeroporto". Saturati gli spazi, colonizzati i luoghi, è con il tempo che gli odierni soggetti "in transito" si trovano allora a combattere.
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Dettagli

2007
15 marzo 2007
192 p., Brossura
9788846483959

Voce della critica

Non si riferiva alla passione odierna dei turisti per fotografie e souvenir, Vernon Lee, quando sosteneva che l'emozione estetica data da un paesaggio non si risolve in un istante, ma rimanda a un cantuccio della memoria assieme individuale e collettivo. Era questa infatti la scommessa degli inglesi che già l'avevano preceduta nel Grand Tour in Italia: da Thomas Coryat, sempre in caccia di crudities pittoresche, a Joseph Addison e William Beckford, che si orientavano con le notizie non proprio up to date sparse nei versi di Silio Italico. Nonostante lo sviluppo del turismo, in quanto batailliana dépense depotenziata, abbia portato con sé una minaccia di immoralità e indifferenza, Rossana Bonadei sostiene che la scrittura odeporica può forse riprodurre ancora l'avventura del conoscere, se racconta il viaggio sentimentale di chi mescola con leggerezza esperienza dei sensi e finzione narrativa, al modo di Lawrence Sterne. Gli studi più recenti sul turismo, del resto, come The Tourist Gaze di John Urry, riprendono le teorie di Hans Magnus Enzensberger per rivalutare i viaggi di piacere e rimarcarne i risvolti antropologici. Seguendo le orme di un paradosso dei Miti d'oggi di Roland Barthes, per cui uno scrittore è anche sempre un vacanziere, l'opposizione fra turista e viaggiatore andrebbe allora superata: al disdegno di Stendhal, scrittori come Javier Marías o Michel Houellebecq hanno sostituito la consapevolezza che turisti si resta comunque. Affine al loro nomadismo intellettuale è il consiglio di lettura che ci lascia Rossana Bonadei, lo Yoga for People Who Can't Bothered to Do it (2003) di Geoff Dyer, tradotto in Italia da Mondadori: un po' troppo post-tutto, ma con il pregio di riallacciare la mappa del mondo a quella del sé.
  Luigi Marfè

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