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Questo romanzo si svolge in un liceo,dove come in tutte le scuole c'è chi va per studiare,chi per innamorarsi,chi per far nulla. In una classe come in qualsiasi altra classe ci sono giorni in cui si interroga....ma stavolta, forse grazie anche a un interrogazione, i ragazzi che prima non erano per niente uniti impareranno a conoscersi,a crescere,a smettere di prendersi in giro l'un con l'altro. Tutto questo succederà proprio grazie a questa interrogazione,perchè la prof. di latino quella mattina decide di interrogare il primo della classe,che proprio a causa dei suoi compagni che disturbano e lo prendono in giro,sbaglia la traduzione,va nel panico,scappa in bagno e lì la prof lo insegue..e mentre cerca di aprire la porta del bagno dove si è rifugiato l'alunno prende una botta e sviene. I ragazzi dopo questo fatto,decideranno di sequestrare la prof per non finire nei guai....ma poi cercheranno il compromesso con lei...ed è da qui che le cose in quella classe cambieranno. Smetteranno di avere pregiudizi e cercheranno di capirsi. A me è molto piaciuto,serve per passare qualche ora leggendo un libro che non sia un macigno(premettendo che i libroni mi piacciono),semplice,ma che comunque insegna qualcosa. E' divertente,si legge in un giorno,parla dei ragazzi di oggi.
Recensioni
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Romanzo di formazione di una classe. Così si presenta Come ti sequestro la prof, non ambiziosissima opera di Francesca Longo, "giornalista, scrittrice, autrice di testi radiofonici e televisivi, ma soprattutto grafomane compulsiva", come viene detto nel risvolto di copertina. L'intera vicenda si svolge in ventiquattr'ore; il primo della classe sequestra la prof Perussini, una iena d'insegnante, usa a interrogare in latino alle otto del lunedì mattina, incurante delle resistenze adolescenziali a questa tortura insensata. E allora capita che perfino il secchione e brufoloso (ma perché i brufoli prediligono i secchioni?) cada in un vir confondendolo con una vis. Da qui il dramma: crollo dell'autostima, conseguente precipitosa fuga nel bagno dei maschi e inseguimento da parte della iena. Inciampo e svenimento di quest'ultima, seguiti dalla segregazione a opera del brufoloso.
Entrano in scena in ordine sparso i protagonisti del racconto, ognuno dei quali rappresenta uno stereotipo scolastico: lo studente cannaiolo figlio di avvocato, come a dire "capita nelle migliori famiglie", la cinesina che, ovviamente, non riesce a studiare perché è costretta a scaricare merce nel magazzino di famiglia fino a tarda notte, l'aspirante velina che a Virgilio preferisce Chanel n. 5, il gay inconfessato, il grafomane silenzioso, la nichilista innamorata, scolasticamente parlando, del professore di filosofia Ferrosi, ovviamente il Robin Williams dell'Attimo fuggente, romanziere e sceneggiatore incompreso, e plagiatore di Sandro Penna. Al quale si affianca il docente di scienze, più sensibile alle grazie delle adolescenti che interessato al ciclo dell'azoto. Né i bidelli si sottraggono a questa galleria che sembra tratta da scuolazoo.it: perennemente affaccendati in varie attività, dallo spaccio delle pizzette al ricamo, tranne che in quelle connesse con la loro mansione di collaboratori scolastici. Ma tutto cambia. O meglio, come titola il capitolo di raccordo tra la prima e la seconda parte, Nulla sarà più come prima. Complice il sequestro della prof Perussini, abbandonata a se stessa la classe comincia a riscoprirsi solidale, matura e persino disciplinata: "Non fumano, non giocano, non fanno casino". Non sono che le avvisaglie di una trasformazione, che si annuncia alla quarta ora, con il ritorno e il provvidenziale dissequestro della prof di latino in cambio della mancata denuncia al preside. Si scopre così che "anche i professori sono esseri umani", una perla di saggezza, forse divertente, ripetuta un paio di volte nel libro. Il cambiamento si materializza pienamente nel tardo pomeriggio: è tutto un fiorire di amori e passioni, equamente divisi tra adolescenti e adulti, e di studio matto e disperatissimo sulla già odiata Eneide. Viene accettata l'omosessualità di Ucciucci, rinominatosi originalmente Outing, mentre, a riprova che anche i professori hanno un'anima, il plagiatore di Sandro Penna riesce a conquistare la giovane supplente di matematica e perfino la ex iena si dà per malata, colpita da un afflato di tenerezza per quegli studenti che hanno impegnato il pomeriggio a studiare arma virumque canò, e decide di bigiare per trascorrere una giornata con il marito. Lieto fine della storia, dal quale sono esclusi i bidelli (il romanzo non ci dice se anch'essi siano esseri umani).
Da un'idea originale si dipana una storia che strizza l'occhio a un giovanilismo a tratti banale e scontato, con una serie di ovvietà alle quali ci ha abituato una lettura mediatica superficiale della scuola. È un peccato, anche considerando le indubbie capacità della scrittrice di rendere una lettura piacevole e scorrevole. Luigi Candreva
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