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Magnifico scrittore "politico" (vedi "Un cielo così sporco" e "Oracoli & Miracoli"), Franco Mimmi si consente una irruzione nel sottobosco della letteratura facendo a pezzi i premi preconfezionati e le loro aderenze econo-politiche. Una immensa satira che ricorda la vena di Volponi, e uno stile che riesce a essere vivace e prezioso al tempo stesso.
Un premio letterario è stato spesso il protagonista di un film o di un libro giallo (vedi “The Prize”, con Paul Newman, o “Il Premio” di Vázquez Montalban col suo famoso investigatore Pepe Carvalho), ma in questo splendido “Tra il dolore e il nulla” di Franco Mimmi, nonostante i morti non manchino, la vera vittima è la letteratura. Contro di essa, mentre sembrano volerla celebrare, si accaniscono gli organizzatori, i giurati e i concorrenti di un premio che sta nelle mire anche dell’economia e della politica, perché, sembra volerci dire l’autore, in una cloaca un topo non nuota mai da solo. Sia pur debolmente, con rassegnazione non ancora totale, nuota controcorrente un vecchio scrittore che forse non è un grande scrittore ma almeno ha creduto sinceramente in quello che ha scritto, e che trova l’appoggio di un anziano medico innamorato della letteratura (nera e bella, la sua figlia adottiva recita l’elenco dei medici che sono stati anche grandi scrittori: San Luca, Anton Checov, Arthur Conan Doyle, Arthur Schnitzler, William Carlos William, Archibald Joseph Cronin, Axel Munthe e così via) e deciso a rifondare la religione pagana, perché “le religioni sono perniciose tutte ma quelle monoteiste in particolar modo, perché sono le più intolleranti.” La loro alleanza diventa amicizia e complicità, per portare non alla soluzione ma alla conclusione del giallo. È una kermesse fantastica, sostenuta da uno stile forte e originale, zeppo di citazioni scintillanti e di argute ironie, un inno alla cultura ma stemperato nella malinconia del tempo, della vecchiaia che avanza facendo spietatamente i conti con tutto. E il lampo finale – due parole appena – è pura poesia.
Una prova altissima di letteratura e di amore per la letteratura, che fa scomparire le sciocchezze finaliste dei vari Strega e Campiello. Occorrerebbe una capacità critica ben superiore alla mia per analizzare questo splendido romanzo, io mi limito a dire: LEGGETELO!
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