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per fortuna che in Europa abbiamo avuto de Maistre, che l'editoria moderna ha deciso di "censurare" alla faccia dei principi liberali tanto esaltati!!!
Recensioni
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Russell Kirk (1915-1994) è stato uno dei guru del pensiero conservatore statunitense. La traduzione di questo libro (una raccolta di saggi curata poco prima della scomparsa) è una buona maniera di presentare al pubblico italiano la sua opera. Tuttavia per apprezzarla in modo adeguato bisogna contestualizzarla e superare alcune difficoltà linguistiche. La riflessione dello studioso americano si svolge entro l'orizzonte della guerra fredda. Egli riteneva che il trionfo dei totalitarismi (soprattutto quello sovietico) fosse solo l'estrema manifestazione di un razionalismo astratto incapace di capire la complessità del mondo reale. Dal punto di vista linguistico poi va ricordato che il termine liberal bersaglio ricorrente di Kirk non è l'equivalente del nostro liberale ma ha una valenza nettamente progressista. Letto con queste cautele Kirk appare come un liberale conservatore poco incline alle riforme e attaccato alla tradizione. Se ne può apprezzare il ricorrente invito alla moderazione e la volontà di dialogo ("i conservatori usano andare a cena con l'opposizione"). Tuttavia rimane una certa perplessità. Da un lato la prudenza o accortezza è una virtù che la teoria politica (fin dall'antichità classica) ha sempre pregiato. In quanto tale essa non è patrimonio del conservatore più che del riformatore. Da un altro lato il discorso di Kirk risulta un po' gracile sotto il profilo concettuale e resta sostanzialmente indeterminato. E questo a dispetto di una rinnovata volontà di chiarificazione. Molti sono gli autori richiamati e numerosi i libri raccomandati. Tuttavia degli uni non si chiarisce quali sia il contributo di analisi degli altri non si espone neanche in via generale il contenuto. Più che una compiuta dottrina o un articolato sistema di pensiero il suo conservatorismo è un atteggiamento psicologico o forse solo una risonanza emotiva: "un complesso di pensiero e di sentimento un profondo attaccamento all'ordine permanente". In sintesi per intendere con profitto il contributo di Kirk non bisogna mai dimenticare che in Europa continentale l'equivalente di Burke è stato ahimè de Maistre e non Benjamin Constant.
Maurizio Griffo
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